The paper aims to analyse the impact of Constitutional Court judgement n. 242/2019 in reference to the Law no. 217/2019 in order to shed light on self-determination in end-of-life choices, that is the possibility offered to an individual to give or reject his consent to therapeutic choices or single treatments, in forecast of a potential future inability to self-determine, even in the event that these treatments could cause – albeit indirectly – the patient’s death. The discipline of «advance treatment disposals» shows the conflict between the patient's right to die with dignity and the conscientious choices made by the medical staff called to carry out his last will, as well as a significant imbalance in the therapeutic relationship confirmed by the fact that no form of conscientious objection potentially undermining the patient’s dignity was provided for medical staff by the Law.

L’articolo intende analizzare l’impatto della sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019 sulla legge n. 217/2019 allo scopo di far luce sull’autodeterminazione nelle scelte di fine vita, ovvero sulla possibilità riconosciuta all’interessato di esprimere il consenso o il rifiuto rispetto a scelte terapeutiche o a singoli trattamenti, in previsione di un’eventuale sopravvenuta incapacità di autodeterminarsi, e anche laddove questi possano causare – pur se indirettamente – la morte del paziente. Dalla disciplina delle DAT emerge il conflitto tra il diritto del paziente a morire dignitosamente e le scelte di coscienza dello staff medico chiamato a dare esecuzione alle sue ultime volontà, nonché un significativo squilibrio nella relazione terapeutica confermato dall’assenza della previsione di alcuna forma di obiezione di coscienza del personale medico lesiva della sua dignità.

Scelte di fine vita, tutela della dignità del disabile e diritto all'autodeterminazione dell'esercente la professione sanitaria: considerazioni a margine della legge n. 219/2017 alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019

D'Arienzo, Mariaconcetta
2020-01-01

Abstract

The paper aims to analyse the impact of Constitutional Court judgement n. 242/2019 in reference to the Law no. 217/2019 in order to shed light on self-determination in end-of-life choices, that is the possibility offered to an individual to give or reject his consent to therapeutic choices or single treatments, in forecast of a potential future inability to self-determine, even in the event that these treatments could cause – albeit indirectly – the patient’s death. The discipline of «advance treatment disposals» shows the conflict between the patient's right to die with dignity and the conscientious choices made by the medical staff called to carry out his last will, as well as a significant imbalance in the therapeutic relationship confirmed by the fact that no form of conscientious objection potentially undermining the patient’s dignity was provided for medical staff by the Law.
2020
L’articolo intende analizzare l’impatto della sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019 sulla legge n. 217/2019 allo scopo di far luce sull’autodeterminazione nelle scelte di fine vita, ovvero sulla possibilità riconosciuta all’interessato di esprimere il consenso o il rifiuto rispetto a scelte terapeutiche o a singoli trattamenti, in previsione di un’eventuale sopravvenuta incapacità di autodeterminarsi, e anche laddove questi possano causare – pur se indirettamente – la morte del paziente. Dalla disciplina delle DAT emerge il conflitto tra il diritto del paziente a morire dignitosamente e le scelte di coscienza dello staff medico chiamato a dare esecuzione alle sue ultime volontà, nonché un significativo squilibrio nella relazione terapeutica confermato dall’assenza della previsione di alcuna forma di obiezione di coscienza del personale medico lesiva della sua dignità.
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