In attuazione dei principi e criteri direttivi contenuti nella legge delega di riforma del sistema tributario (Legge n. 111/2023), il decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 221 ha introdotto disposizioni volte a potenziare il regime ad adesione volontaria dell'adempimento collaborativo, il quale garantisce l’interlocuzione costante e preventiva tra Amministrazione finanziaria e contribuente su elementi di fatto, ivi inclusa l’anticipazione del controllo, finalizzata ad una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali. L’obiettivo consiste nell’instaurare un rapporto di fiducia tra Amministrazione e contribuente, che miri ad un aumento del livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti. In particolare, l’intervento riformatore ha riguardato l’ambito soggettivo, ampliando la platea delle imprese ammesse al regime, quello oggettivo, prevedendo la certificazione del TCF e la sua adozione volontaria da parte delle imprese che, pur non avendo i requisiti dimensioni, sono disposte ad introdurre adeguati meccanismi di governance del rischio fiscale e, infine, il regime premiale con particolare riguardo alle sanzioni amministrative e penali con risultati che, come cercherò di spiegare, non sembrano pienamente soddisfacenti. Rispetto alle indicazioni contenute nella legge delega, il legislatore delegato ha, infatti, assunto un atteggiamento troppo prudenziale, a tratti timoroso, che ha finito per frenare, in sede di attuazione, lo spirito della riforma. Tuttavia, per una compiuta analisi della riforma in materia di adempimento collaborativo occorrerà attendere l’emanazione dei numerosi provvedimenti amministrativi ai quali il legislatore delegato ha demandato la regolamentazione di aspetti tecnici di particolare rilievo.
Il potenziamento dell’adempimento collaborativo: luci ed ombre della nuova disciplina
Daniela Conte
2024-01-01
Abstract
In attuazione dei principi e criteri direttivi contenuti nella legge delega di riforma del sistema tributario (Legge n. 111/2023), il decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 221 ha introdotto disposizioni volte a potenziare il regime ad adesione volontaria dell'adempimento collaborativo, il quale garantisce l’interlocuzione costante e preventiva tra Amministrazione finanziaria e contribuente su elementi di fatto, ivi inclusa l’anticipazione del controllo, finalizzata ad una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali. L’obiettivo consiste nell’instaurare un rapporto di fiducia tra Amministrazione e contribuente, che miri ad un aumento del livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti. In particolare, l’intervento riformatore ha riguardato l’ambito soggettivo, ampliando la platea delle imprese ammesse al regime, quello oggettivo, prevedendo la certificazione del TCF e la sua adozione volontaria da parte delle imprese che, pur non avendo i requisiti dimensioni, sono disposte ad introdurre adeguati meccanismi di governance del rischio fiscale e, infine, il regime premiale con particolare riguardo alle sanzioni amministrative e penali con risultati che, come cercherò di spiegare, non sembrano pienamente soddisfacenti. Rispetto alle indicazioni contenute nella legge delega, il legislatore delegato ha, infatti, assunto un atteggiamento troppo prudenziale, a tratti timoroso, che ha finito per frenare, in sede di attuazione, lo spirito della riforma. Tuttavia, per una compiuta analisi della riforma in materia di adempimento collaborativo occorrerà attendere l’emanazione dei numerosi provvedimenti amministrativi ai quali il legislatore delegato ha demandato la regolamentazione di aspetti tecnici di particolare rilievo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.