Secondo la Corte di Giustizia, l’Amministrazione finanziaria non può disconoscere il diritto alla detrazione dell’IVA in ragione della non congruità dei costi e della mancata redditività dell’operazione effettuata. Il contribuente che intende esercitare legittimamente la detrazione IVA, deve limitarsi a verificare l’inerenza dei costi sostenuti e la strumentalità in concreto del bene acquistato rispetto alla specifica attività imprenditoriale; altre verifiche non possono né devono essere effettuate perché finirebbero per alterare la neutralità dell’IVA. L’insegnamento della Corte di Giustizia è stato recepito dalla Cassazione, in alcune recenti sentenze sull’IVA. La soluzione adottata dai giudici di legittimità privilegia un approccio interpretativo secondo cui il principio di inerenza esprime una correlazione tra costi ed attività d'impresa in concreto esercitata e si traduce in un giudizio di carattere qualitativo, che prescinde da valutazioni di tipo quantitativo. In questo contesto, l’antieconomicità dell’operazione può essere, al massimo, un elemento sintomatico del difetto di inerenza, non potendosi automaticamente identificare con essa e questa impostazione è applicabile, secondo la Cassazione, anche al settore delle imposte dirette.

Il diritto alla detrazione Iva tra antieconomicità ed inerenza: l'orientamento della Corte di Giustizia UE e della Cassazione

Daniela Conte
2022-01-01

Abstract

Secondo la Corte di Giustizia, l’Amministrazione finanziaria non può disconoscere il diritto alla detrazione dell’IVA in ragione della non congruità dei costi e della mancata redditività dell’operazione effettuata. Il contribuente che intende esercitare legittimamente la detrazione IVA, deve limitarsi a verificare l’inerenza dei costi sostenuti e la strumentalità in concreto del bene acquistato rispetto alla specifica attività imprenditoriale; altre verifiche non possono né devono essere effettuate perché finirebbero per alterare la neutralità dell’IVA. L’insegnamento della Corte di Giustizia è stato recepito dalla Cassazione, in alcune recenti sentenze sull’IVA. La soluzione adottata dai giudici di legittimità privilegia un approccio interpretativo secondo cui il principio di inerenza esprime una correlazione tra costi ed attività d'impresa in concreto esercitata e si traduce in un giudizio di carattere qualitativo, che prescinde da valutazioni di tipo quantitativo. In questo contesto, l’antieconomicità dell’operazione può essere, al massimo, un elemento sintomatico del difetto di inerenza, non potendosi automaticamente identificare con essa e questa impostazione è applicabile, secondo la Cassazione, anche al settore delle imposte dirette.
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