Ancor prima che la crisi del 2008 investisse le economie dell’Occidente, la posizione dell’industria italiana sui principali mercati internazionali, per un insieme di concause, ampiamente discusse in letteratura (Gallino, 2003; Onida, 2004) si rivelava complessivamente piuttosto debole. Più in particolare, dopo un periodo di relativo recupero dell’andamento del PIL, tra il 2015 e la prima metà del 2018, negli ultimi mesi, l’andamento dei principali aggregati statistici denunciano espliciti caratteri di declino economico che denunciano una condizione di “recessione” generalizzata dell’economia italiana. Gli studi più accreditati pervengono alla conclusione che un effettivo recupero di efficienza e competitività del sistema dipenda dall’adozione di una politica industriale e dell’innovazione favorevole agli investimenti in R&S, con particolare riferimento alle innovazioni di prodotto (cfr. Pianta e Vivarelli, 1999; Vivarelli, 2002). Sul piano territoriale, si tratta di realizzare un modello d’implementazione dell’industria 4.0, ampiamente distribuito a base geografica, in grado di privilegiare opportunità di radicamento di imprese ad elevato grado di complessità tecnologica, congiuntamente alla presenza di strutture formative concepite al fine di svolgere funzioni d’incubatori di conoscenze e sperimentazione di innovazione (D’Aponte V., 2005; Lazzeroni, 2004). Per analizzare il potenziale regionale d’innovazione di un modello insediativo industriale tecnologicamente avanzato, il contributo si propone di indagare la distribuzione delle iniziative di eccellenza in ambito industriale attraverso le più accreditate start-up e significativi trovati high-tech selezionati in varie sedi e sottoposti al vaglio per il riconoscimento del “Premio Nazionale per l’Innovazione” attribuito dal COTEC (Fondazione per l’Innovazione Tecnologica) dal 2009 al 2018.

Geografie regionali dell'innovazione tecnologica

D'Aponte, V;Nicolais, Caterina
2020-01-01

Abstract

Ancor prima che la crisi del 2008 investisse le economie dell’Occidente, la posizione dell’industria italiana sui principali mercati internazionali, per un insieme di concause, ampiamente discusse in letteratura (Gallino, 2003; Onida, 2004) si rivelava complessivamente piuttosto debole. Più in particolare, dopo un periodo di relativo recupero dell’andamento del PIL, tra il 2015 e la prima metà del 2018, negli ultimi mesi, l’andamento dei principali aggregati statistici denunciano espliciti caratteri di declino economico che denunciano una condizione di “recessione” generalizzata dell’economia italiana. Gli studi più accreditati pervengono alla conclusione che un effettivo recupero di efficienza e competitività del sistema dipenda dall’adozione di una politica industriale e dell’innovazione favorevole agli investimenti in R&S, con particolare riferimento alle innovazioni di prodotto (cfr. Pianta e Vivarelli, 1999; Vivarelli, 2002). Sul piano territoriale, si tratta di realizzare un modello d’implementazione dell’industria 4.0, ampiamente distribuito a base geografica, in grado di privilegiare opportunità di radicamento di imprese ad elevato grado di complessità tecnologica, congiuntamente alla presenza di strutture formative concepite al fine di svolgere funzioni d’incubatori di conoscenze e sperimentazione di innovazione (D’Aponte V., 2005; Lazzeroni, 2004). Per analizzare il potenziale regionale d’innovazione di un modello insediativo industriale tecnologicamente avanzato, il contributo si propone di indagare la distribuzione delle iniziative di eccellenza in ambito industriale attraverso le più accreditate start-up e significativi trovati high-tech selezionati in varie sedi e sottoposti al vaglio per il riconoscimento del “Premio Nazionale per l’Innovazione” attribuito dal COTEC (Fondazione per l’Innovazione Tecnologica) dal 2009 al 2018.
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