Attraverso lo studio della forma di governo e dei modelli elettorali, si approfondiscono le opzioni individuate dal legislatore regionale per modulare il rapporto tra rappresentanza e governabilità e, quindi, i meccanismi che, in ragione delle diverse formule elettorali utilizzate, concorrono al definirsi della condizione di maggioranza e minoranza e il collocarsi nel sistema da parte delle forze politiche. Si verificano le ricadute delle riforme costituzionali sull’autonomia politica regionale e, segnatamente, sul sistema partitico-politico regionale indagando, in primo luogo, attraverso lo studio degli Statuti nazionali dei principali partiti, se e con quali modalità, ha preso forma il rapporto tra il centro e la periferia all’interno delle strutture di partito e, poi, quello tra rappresentanti politici e territorio. Con particolare riferimento a tale dimensione, l’attenzione si concentra sulle performances politiche manifestatesi in occasione delle consultazioni elettorali che, nei quattro lustri che hanno fatto seguito alla l. c. 1/1999, si sono svolte a livello regionale. Nello specifico, si indagano le consultazioni elettorali che si sono susseguite nell’arco di un ventennio per accertare se le stesse hanno determinato il raggiungimento effettivo da parte del sistema politico regionale di una distinta e riconoscibile “soggettività politica”, che pure sul piano istituzionale è esistente; se ed in quale misura sono riscontrabili interferenze, a livello regionale, tra il mutamento della forma di governo, i sistemi elettorali ed il sistema politico; e, segnatamente, se sono configurabili “scostamenti” dal modello costituzionale. Infine, si prende in esame, sotto due diverse prospettive, il rendimento della forma di governo regionale attraverso lo studio della capacità decisionale del sistema politico regionale. Il rendimento della capacità decisionale del sistema politico delle Regioni viene approfondito attraverso lo studio dell’art. 116, 3° co. Cost. al fine di sottoporre a verifica la tenuta della rappresentanza e della decisione regionale di fronte alla sfida derivante dall’assunta esigenza di ridisegno delle competenze e delle relative responsabilità politiche e giuridiche e di valutare se tale previsione costituzionale ha concorso, o sta concorrendo, ad imprimere al sistema politico regionale un rinnovato slancio in direzione di un maggiore e più responsabile esercizio della differenziazione e dell’autonomia. Tale processo viene poi confrontato col tema imposto da un’imprevista complicazione: di fronte al manifestarsi di una imprevista torsione emergenziale nei rapporti tra centro e periferia derivante dalla gestione del fenomeno pandemico ci si interroga su come l’oggetto dello studio (possibilità e limiti di un’autonoma decisione politica regionale) trovi conferma, o smentita, o comunque diversa configurazione.

L'Autonomia politica regionale. Modelli costituzionali e sistema politico.

Mazzina, P.
2020-01-01

Abstract

Attraverso lo studio della forma di governo e dei modelli elettorali, si approfondiscono le opzioni individuate dal legislatore regionale per modulare il rapporto tra rappresentanza e governabilità e, quindi, i meccanismi che, in ragione delle diverse formule elettorali utilizzate, concorrono al definirsi della condizione di maggioranza e minoranza e il collocarsi nel sistema da parte delle forze politiche. Si verificano le ricadute delle riforme costituzionali sull’autonomia politica regionale e, segnatamente, sul sistema partitico-politico regionale indagando, in primo luogo, attraverso lo studio degli Statuti nazionali dei principali partiti, se e con quali modalità, ha preso forma il rapporto tra il centro e la periferia all’interno delle strutture di partito e, poi, quello tra rappresentanti politici e territorio. Con particolare riferimento a tale dimensione, l’attenzione si concentra sulle performances politiche manifestatesi in occasione delle consultazioni elettorali che, nei quattro lustri che hanno fatto seguito alla l. c. 1/1999, si sono svolte a livello regionale. Nello specifico, si indagano le consultazioni elettorali che si sono susseguite nell’arco di un ventennio per accertare se le stesse hanno determinato il raggiungimento effettivo da parte del sistema politico regionale di una distinta e riconoscibile “soggettività politica”, che pure sul piano istituzionale è esistente; se ed in quale misura sono riscontrabili interferenze, a livello regionale, tra il mutamento della forma di governo, i sistemi elettorali ed il sistema politico; e, segnatamente, se sono configurabili “scostamenti” dal modello costituzionale. Infine, si prende in esame, sotto due diverse prospettive, il rendimento della forma di governo regionale attraverso lo studio della capacità decisionale del sistema politico regionale. Il rendimento della capacità decisionale del sistema politico delle Regioni viene approfondito attraverso lo studio dell’art. 116, 3° co. Cost. al fine di sottoporre a verifica la tenuta della rappresentanza e della decisione regionale di fronte alla sfida derivante dall’assunta esigenza di ridisegno delle competenze e delle relative responsabilità politiche e giuridiche e di valutare se tale previsione costituzionale ha concorso, o sta concorrendo, ad imprimere al sistema politico regionale un rinnovato slancio in direzione di un maggiore e più responsabile esercizio della differenziazione e dell’autonomia. Tale processo viene poi confrontato col tema imposto da un’imprevista complicazione: di fronte al manifestarsi di una imprevista torsione emergenziale nei rapporti tra centro e periferia derivante dalla gestione del fenomeno pandemico ci si interroga su come l’oggetto dello studio (possibilità e limiti di un’autonoma decisione politica regionale) trovi conferma, o smentita, o comunque diversa configurazione.
2020
9788893919142
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11367/87527
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