La globalizzazione che investì lo sviluppo economico italiano nei decenni fra fine Ottocento e inizio Novecento, ampliando gli scambi internazionali e rivoluzionando i trasporti, fu un passaggio fondamentale che mise i sistemi portuali italiani di fronte alle difficili sfide del mercato globale. All’indomani dell’Unità lo Stato italiano intervenne solo parzialmente sull’economia portuale, liberalizzando la forza lavoro ed eliminando le franchigie doganali, senza tuttavia elaborare un effettivo programma di organizzazione infrastrutturale di un sistema portuale nazionale in grado di fronteggiare i traffici che si stavano evolvendo. Furono emanate diverse leggi per l’ammodernamento dei singoli scali, ma al di fuori di un piano organico nazionale e senza alcun coordinamento. Ancora non vi era nella politica pubblica un orientamento unitario che riconoscesse l’importanza degli interessi marittimi del Paese, né la consapevolezza della necessità di una politica marittima che agisse in modo complementare all’armamento nazionale, allo sviluppo commerciale e al sistema terrestre dei trasporti. Per un paese di recente formazione e caratterizzato da profonde differenze regionali, l’impatto con questa prima vera globalizzazione del commercio non permette un discorso univoco. Il particolarismo portuale porta ad alcune riflessioni sui due principali sistemi-porto del Nord e del Sud – Genova e Napoli - entrambi tirrenici e volti al Mediterraneo, ma rappresentativi di due realtà molto differenti: da un lato, il terminale marittimo del Nord-Ovest, in quegli anni teatro della prima rivoluzione industriale del Paese, in cui già si avvertivano gli effetti della prima crisi capitalistica, dall’altro una città “non più di consumo, non ancora di industrie e commerci”, in cui - senza un modello chiaro ed organico di sviluppo industriale e con l’impreparazione e il disinteresse della classe politica dirigente - non si riuscì ad innescare quel processo di trasformazione necessario alle esigenze dei traffici, delle infrastrutture e dei servizi di una città moderna.
"I sistemi portuali italiani dopo l'Unità"
S. Potito
2020-01-01
Abstract
La globalizzazione che investì lo sviluppo economico italiano nei decenni fra fine Ottocento e inizio Novecento, ampliando gli scambi internazionali e rivoluzionando i trasporti, fu un passaggio fondamentale che mise i sistemi portuali italiani di fronte alle difficili sfide del mercato globale. All’indomani dell’Unità lo Stato italiano intervenne solo parzialmente sull’economia portuale, liberalizzando la forza lavoro ed eliminando le franchigie doganali, senza tuttavia elaborare un effettivo programma di organizzazione infrastrutturale di un sistema portuale nazionale in grado di fronteggiare i traffici che si stavano evolvendo. Furono emanate diverse leggi per l’ammodernamento dei singoli scali, ma al di fuori di un piano organico nazionale e senza alcun coordinamento. Ancora non vi era nella politica pubblica un orientamento unitario che riconoscesse l’importanza degli interessi marittimi del Paese, né la consapevolezza della necessità di una politica marittima che agisse in modo complementare all’armamento nazionale, allo sviluppo commerciale e al sistema terrestre dei trasporti. Per un paese di recente formazione e caratterizzato da profonde differenze regionali, l’impatto con questa prima vera globalizzazione del commercio non permette un discorso univoco. Il particolarismo portuale porta ad alcune riflessioni sui due principali sistemi-porto del Nord e del Sud – Genova e Napoli - entrambi tirrenici e volti al Mediterraneo, ma rappresentativi di due realtà molto differenti: da un lato, il terminale marittimo del Nord-Ovest, in quegli anni teatro della prima rivoluzione industriale del Paese, in cui già si avvertivano gli effetti della prima crisi capitalistica, dall’altro una città “non più di consumo, non ancora di industrie e commerci”, in cui - senza un modello chiaro ed organico di sviluppo industriale e con l’impreparazione e il disinteresse della classe politica dirigente - non si riuscì ad innescare quel processo di trasformazione necessario alle esigenze dei traffici, delle infrastrutture e dei servizi di una città moderna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.