Il lavoro analizza il tema dell’approvvigionamento dei dispositivi medici durante l’emergenza Covid-19, al fine verificare se fin dalle prime fasi, le istituzioni e le agenzie dell’Unione stessero elaborando nuovi standard in materia di prevenzione, gestione e del rischio sanitario. Gli interventi su cui il lavoro si focalizza si concentravano su tre aspetti: 1.l’aspetto quantitativo: garantire il necessario ammontare di dispositivi medici e disincentivare la costituzione da parte di alcuni Stati membri di scorte di dispositivi medici e di farmaci a mero scopo preventivo. 2. l’aspetto qualitativo: evitare che l’esigenza di un’ingente quantità di prodotti sanitari nella fase acuta dell’emergenza potesse determinare un abbassamento del livello di sicurezza degli stessi; 3. l’aspetto di sicurezza economica: prevenire che la debolezza delle imprese europee del settore sanitario, determinata dal lockdown e dalla riduzione della domanda, attraesse l’interesse di investitori stranieri finalizzati ad acquisire il controllo sulle supply chain critiche. Sotto il profilo quantitativo, il lavoro analizza nel dettaglio gli interventi finalizzati a velocizzare e a gestire congiuntamente le procedure di appalti per le forniture, a rendere più rapidi ed efficienti i controlli in materia di concorrenza, a consentire il conferimento di aiuti alla ricerca per cure e vaccini, a bloccare le esportazioni di prodotti sanitari essenziali e a favorire lo sdoganamento dei prodotti importati. Gli interventi in parola sono finalizzati ad assicurare ai servizi sanitari degli Stati membri e ai cittadini la quantità di dispositivi medici necessaria a frenare il contagio e garantire la ripresa delle attività socioeconomiche. Sotto il profilo qualitativo, il lavoro analizza gli interventi sul fronte dell’aggiornamento degli standard e su quello della semplificazione delle procedure che hanno introdotto una forte elasticità rispetto disciplina dei prodotti rischiosi vigente in tempo ordinario. Il lavoro mette, in particolare, in evidenza che la riduzione dei tempi e la semplificazione delle procedure riguarda solo l’aspetto “burocratico/procedurale” delle valutazioni di conformità e che in alcun caso è prevista la possibilità che siano immessi in commercio dispositivi di cui non sia verificata la rispondenza a standard minimi di salute e sicurezza. In questa prospettiva, il lavoro evidenzia il rilevante ruolo delle agenzie, in particolare del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e dell’Agenzia Europea per i Medicinali nella valutazione delle scorte di dispositivi medici necessarie e nella standardizzazione. Infine, sotto il profilo della sicurezza economica, il lavoro evidenzia il contributo degli Orientamenti sugli investimenti esteri del 25 marzo 2020, con cui la Commissione ha indicato agli Stati membri un metodo per individuare investimenti che possano mettere a rischio la catena dei prodotti sanitari e le altre imprese infragilite dalla situazione di crisi. Il lavoro analizza anche il D.L. 23/2020 che adatta le norme italiane sulla golden power agli Orientamenti. Esso mette, però, anche in evidenza gli sforzi dell’Italia di attrarre nuovi investimenti in start-up, come, ad esempio, l’Investor Visa. In conclusione, il lavoro sottolinea la tendenza degli Stati membri a preferire scelte autonome e unilaterali nella gestione dell’emergenza sanitaria e la necessità di riconoscere alle Istituzioni e agenzie europee un più marcato ruolo di coordinamento e standardizzazione dei piani di prevenzione e gestione delle pandemie.

L’impatto dell’emergenza COVID-19 sul mercato europeo dei prodotti sanitari tra sicurezza degli approvvigionamenti, prevenzione del rischio e protezione degli investimenti

Sara Pugliese
2020-01-01

Abstract

Il lavoro analizza il tema dell’approvvigionamento dei dispositivi medici durante l’emergenza Covid-19, al fine verificare se fin dalle prime fasi, le istituzioni e le agenzie dell’Unione stessero elaborando nuovi standard in materia di prevenzione, gestione e del rischio sanitario. Gli interventi su cui il lavoro si focalizza si concentravano su tre aspetti: 1.l’aspetto quantitativo: garantire il necessario ammontare di dispositivi medici e disincentivare la costituzione da parte di alcuni Stati membri di scorte di dispositivi medici e di farmaci a mero scopo preventivo. 2. l’aspetto qualitativo: evitare che l’esigenza di un’ingente quantità di prodotti sanitari nella fase acuta dell’emergenza potesse determinare un abbassamento del livello di sicurezza degli stessi; 3. l’aspetto di sicurezza economica: prevenire che la debolezza delle imprese europee del settore sanitario, determinata dal lockdown e dalla riduzione della domanda, attraesse l’interesse di investitori stranieri finalizzati ad acquisire il controllo sulle supply chain critiche. Sotto il profilo quantitativo, il lavoro analizza nel dettaglio gli interventi finalizzati a velocizzare e a gestire congiuntamente le procedure di appalti per le forniture, a rendere più rapidi ed efficienti i controlli in materia di concorrenza, a consentire il conferimento di aiuti alla ricerca per cure e vaccini, a bloccare le esportazioni di prodotti sanitari essenziali e a favorire lo sdoganamento dei prodotti importati. Gli interventi in parola sono finalizzati ad assicurare ai servizi sanitari degli Stati membri e ai cittadini la quantità di dispositivi medici necessaria a frenare il contagio e garantire la ripresa delle attività socioeconomiche. Sotto il profilo qualitativo, il lavoro analizza gli interventi sul fronte dell’aggiornamento degli standard e su quello della semplificazione delle procedure che hanno introdotto una forte elasticità rispetto disciplina dei prodotti rischiosi vigente in tempo ordinario. Il lavoro mette, in particolare, in evidenza che la riduzione dei tempi e la semplificazione delle procedure riguarda solo l’aspetto “burocratico/procedurale” delle valutazioni di conformità e che in alcun caso è prevista la possibilità che siano immessi in commercio dispositivi di cui non sia verificata la rispondenza a standard minimi di salute e sicurezza. In questa prospettiva, il lavoro evidenzia il rilevante ruolo delle agenzie, in particolare del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e dell’Agenzia Europea per i Medicinali nella valutazione delle scorte di dispositivi medici necessarie e nella standardizzazione. Infine, sotto il profilo della sicurezza economica, il lavoro evidenzia il contributo degli Orientamenti sugli investimenti esteri del 25 marzo 2020, con cui la Commissione ha indicato agli Stati membri un metodo per individuare investimenti che possano mettere a rischio la catena dei prodotti sanitari e le altre imprese infragilite dalla situazione di crisi. Il lavoro analizza anche il D.L. 23/2020 che adatta le norme italiane sulla golden power agli Orientamenti. Esso mette, però, anche in evidenza gli sforzi dell’Italia di attrarre nuovi investimenti in start-up, come, ad esempio, l’Investor Visa. In conclusione, il lavoro sottolinea la tendenza degli Stati membri a preferire scelte autonome e unilaterali nella gestione dell’emergenza sanitaria e la necessità di riconoscere alle Istituzioni e agenzie europee un più marcato ruolo di coordinamento e standardizzazione dei piani di prevenzione e gestione delle pandemie.
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