In questo articolo le divergenze all’interno della zona euro vengono esaminate alla luce degli squilibri della bilancia dei pagamenti, registrati nei saldi TARGET2 dei singoli paesi. Emerge che paesi con valori postivi dei saldi target (avanzi) hanno tassi d’interesse più bassi della media della zona Euro e paesi con valori negativi (disavanzi) hanno tassi più alti della media. Inoltre emerge anche una relazione inversa fra saldi della bilancia dei pagamenti e povertà. Le misure centralizzate di politica monetaria e il quantitative easing, insieme con le restrizioni fiscali per i paesi in deficit sembrano non aver risolto queste differenze e una nuova strategia viene proposta per ridurre le divergenze. Tale strategia, ispirata al piano di Keynes del dopoguerra, dovrebbe prevedere insieme a misure restrittive per i paesi debitori misure espansive per i paesi creditori quali: 1) espansione fiscale; 2) incremento dei salari monetari e 3) investimenti diretti esteri verso i paesi in difficoltà.

Bilancia dei pagamenti e squilibri nell’eurozona: cosa occorrerebbe fare

Canale, Rosaria Rita
Writing – Review & Editing
2019-01-01

Abstract

In questo articolo le divergenze all’interno della zona euro vengono esaminate alla luce degli squilibri della bilancia dei pagamenti, registrati nei saldi TARGET2 dei singoli paesi. Emerge che paesi con valori postivi dei saldi target (avanzi) hanno tassi d’interesse più bassi della media della zona Euro e paesi con valori negativi (disavanzi) hanno tassi più alti della media. Inoltre emerge anche una relazione inversa fra saldi della bilancia dei pagamenti e povertà. Le misure centralizzate di politica monetaria e il quantitative easing, insieme con le restrizioni fiscali per i paesi in deficit sembrano non aver risolto queste differenze e una nuova strategia viene proposta per ridurre le divergenze. Tale strategia, ispirata al piano di Keynes del dopoguerra, dovrebbe prevedere insieme a misure restrittive per i paesi debitori misure espansive per i paesi creditori quali: 1) espansione fiscale; 2) incremento dei salari monetari e 3) investimenti diretti esteri verso i paesi in difficoltà.
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