La gran parte dei problemi ambientali è riconducibile alla difficoltà di assicurare che le risorse e i beni ambientali (aria, acqua, foreste, suolo, paesaggi, ecc.) siano utilizzati in modo efficiente, e cioè in modo da impedire che essi siano soggetti ad uno sfruttamento eccessivo ed insostenibile. Risorse e beni ambientali possono essere destinati ad usi alternativi, ossia sfruttamento, poiché costituiscono uno dei principali fattori dello sviluppo economico, e preservazione, necessaria per garantire la qualità del patrimonio ambientale, naturale e paesaggistico da cui la collettività può derivare utilità sotto diverse forme di godimento. L’allocazione delle risorse ambientali tra le varie destinazioni d’uso è tale da generare problemi di inefficienza, che si rivelano attraverso uno sfruttamento delle risorse medesime valutato come eccessivo, in quanto superiore al livello ottimale. La teoria economica dimostra che il mercato permette di ottenere allocazioni efficienti delle risorse attraverso i prezzi, che costituiscono gli strumenti utili a ripartire beni e risorse fra usi alternativi. Tuttavia, affinché beni e risorse abbiano un prezzo, occorre che siano scambiati sul mercato, e perché ciò avvenga devono essere oggetto di diritti di proprietà grazie ai quali i titolari dei suddetti diritti possono utilizzarli o trasferirli. Per i beni e le risorse che sono oggetto di transazione sul mercato, il valore di scambio, e cioè il prezzo di mercato, viene determinato dall’effetto congiunto della domanda e dell’offerta: più il bene è scarso, maggiore è il valore di scambio, e quindi il prezzo. Alla luce di ciò, si può riassumere che l’esistenza dei diritti di proprietà costituisce il presupposto dello scambio delle risorse, e ne regola l’uso a condizione che i suddetti diritti rispondano alle specifiche caratteristiche di esclusività, trasferibilità ed applicabilità, si tratta quindi di diritti di proprietà di tipo privato; l’insieme degli scambi, attraverso l’interazione della domanda e dell’offerta, determina il sistema dei prezzi che, a sua volta, fornisce agli agenti economici le informazioni utili all’allocazione delle risorse. Le condizioni che, sebbene in via teorica, permettono al mercato di conseguire allocazioni efficienti di risorse scarse e beni, non valgono per la categoria delle risorse ambientali. In particolare, per le risorse e i beni ambientali non esiste prezzo di mercato, poiché di solito non sono oggetto di transazione. A tal riguardo si consideri l’aria pulita, l’acqua incontaminata, la bellezza di un paesaggio integro, si tratta di beni ambientali per i quali non è possibile determinare il valore di mercato dal momento che non costituiscono oggetto di scambio. Inoltre, è opportuno evidenziare che non è sempre possibile attribuire diritti di proprietà alle risorse ambientali, trattandosi per lo più di risorse che ricadono nella categoria dei beni comuni e beni pubblici. La conseguenza è che il mercato non è in grado di funzionare correttamente nei loro confronti, in altre parole non garantisce un’allocazione efficiente tra i diversi usi. Al fallimento del mercato nel garantire l’allocazione efficiente va quindi collegato l’eccessivo sfruttamento delle risorse ambientali e i relativi costi sociali che esso genera. Nell’ambito dei costi sociali connessi allo sfruttamento insostenibile delle risorse ambientali, che si configurano come esternalità, assumono rilevanza il depauperamento irreversibile del relativo stock disponibile, e i processi di degradazione delle caratteristiche qualitative delle risorse medesime (inquinamento). La presenza di esternalità e costi sociali pone il problema di dover individuare le istituzioni più adeguate ad affrontare e risolvere le inefficienze allocative delle risorse ambientali. Il presente capitolo è incentrato sulla trattazione delle questioni sopra esposte. Sulla base dei concetti fondamentali della teoria microeconomica viene proposta un’analisi dell’efficienza sociale riferita alle risorse ambientali e delle cause del fallimento del mercato. Particolare attenzione è riservata alle esternalità e alla presenza dei beni comuni e beni pubblici. Con riferimento al problema delle esternalità viene presa in esame l’ipotesi di soluzione privata attraverso le negoziazioni di mercato.

Efficienza allocativa delle risorse ambientali e fallimento del mercato: soluzioni private mediante negoziazione

Aprile, M. C.
2019-01-01

Abstract

La gran parte dei problemi ambientali è riconducibile alla difficoltà di assicurare che le risorse e i beni ambientali (aria, acqua, foreste, suolo, paesaggi, ecc.) siano utilizzati in modo efficiente, e cioè in modo da impedire che essi siano soggetti ad uno sfruttamento eccessivo ed insostenibile. Risorse e beni ambientali possono essere destinati ad usi alternativi, ossia sfruttamento, poiché costituiscono uno dei principali fattori dello sviluppo economico, e preservazione, necessaria per garantire la qualità del patrimonio ambientale, naturale e paesaggistico da cui la collettività può derivare utilità sotto diverse forme di godimento. L’allocazione delle risorse ambientali tra le varie destinazioni d’uso è tale da generare problemi di inefficienza, che si rivelano attraverso uno sfruttamento delle risorse medesime valutato come eccessivo, in quanto superiore al livello ottimale. La teoria economica dimostra che il mercato permette di ottenere allocazioni efficienti delle risorse attraverso i prezzi, che costituiscono gli strumenti utili a ripartire beni e risorse fra usi alternativi. Tuttavia, affinché beni e risorse abbiano un prezzo, occorre che siano scambiati sul mercato, e perché ciò avvenga devono essere oggetto di diritti di proprietà grazie ai quali i titolari dei suddetti diritti possono utilizzarli o trasferirli. Per i beni e le risorse che sono oggetto di transazione sul mercato, il valore di scambio, e cioè il prezzo di mercato, viene determinato dall’effetto congiunto della domanda e dell’offerta: più il bene è scarso, maggiore è il valore di scambio, e quindi il prezzo. Alla luce di ciò, si può riassumere che l’esistenza dei diritti di proprietà costituisce il presupposto dello scambio delle risorse, e ne regola l’uso a condizione che i suddetti diritti rispondano alle specifiche caratteristiche di esclusività, trasferibilità ed applicabilità, si tratta quindi di diritti di proprietà di tipo privato; l’insieme degli scambi, attraverso l’interazione della domanda e dell’offerta, determina il sistema dei prezzi che, a sua volta, fornisce agli agenti economici le informazioni utili all’allocazione delle risorse. Le condizioni che, sebbene in via teorica, permettono al mercato di conseguire allocazioni efficienti di risorse scarse e beni, non valgono per la categoria delle risorse ambientali. In particolare, per le risorse e i beni ambientali non esiste prezzo di mercato, poiché di solito non sono oggetto di transazione. A tal riguardo si consideri l’aria pulita, l’acqua incontaminata, la bellezza di un paesaggio integro, si tratta di beni ambientali per i quali non è possibile determinare il valore di mercato dal momento che non costituiscono oggetto di scambio. Inoltre, è opportuno evidenziare che non è sempre possibile attribuire diritti di proprietà alle risorse ambientali, trattandosi per lo più di risorse che ricadono nella categoria dei beni comuni e beni pubblici. La conseguenza è che il mercato non è in grado di funzionare correttamente nei loro confronti, in altre parole non garantisce un’allocazione efficiente tra i diversi usi. Al fallimento del mercato nel garantire l’allocazione efficiente va quindi collegato l’eccessivo sfruttamento delle risorse ambientali e i relativi costi sociali che esso genera. Nell’ambito dei costi sociali connessi allo sfruttamento insostenibile delle risorse ambientali, che si configurano come esternalità, assumono rilevanza il depauperamento irreversibile del relativo stock disponibile, e i processi di degradazione delle caratteristiche qualitative delle risorse medesime (inquinamento). La presenza di esternalità e costi sociali pone il problema di dover individuare le istituzioni più adeguate ad affrontare e risolvere le inefficienze allocative delle risorse ambientali. Il presente capitolo è incentrato sulla trattazione delle questioni sopra esposte. Sulla base dei concetti fondamentali della teoria microeconomica viene proposta un’analisi dell’efficienza sociale riferita alle risorse ambientali e delle cause del fallimento del mercato. Particolare attenzione è riservata alle esternalità e alla presenza dei beni comuni e beni pubblici. Con riferimento al problema delle esternalità viene presa in esame l’ipotesi di soluzione privata attraverso le negoziazioni di mercato.
2019
978-88-6184-650-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11367/75887
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