Fabio Besta, docente a Ca’ Foscari per quasi cinquant’anni, è stato il più eminente esponente della ragioneria italiana. Grazie alla sua opera, rigorosa e profonda, tale disciplina si è infatti definitivamente elevata al rango di scienza. Il presente lavoro intende quindi evidenziare il variegato e fondamentale contributo fornito da Besta per la crescita della ragioneria. A tal fine sono state esaminate le sue pubblicazioni ed i connessi contenuti. Da tale analisi sono emerse delle innovazioni epocali per la disciplina, sino ad allora sostanzialmente ferma ai canoni di diversi secoli precedenti. Tra queste spiccano, rammentando solo le più importanti, la visione della ragioneria come scienza del controllo economico, l’ideazione del sistema patrimoniale applicato alla partita doppia e la connessa teorica dei conti “a valore”, l’introduzione di una nuova concezione di azienda, l’applicazione del metodo di ricerca induttivo (sperimentale), unito al metodo di ricerca storico, alla disciplina. Peraltro, tutto ciò assume ancora più rilevanza se si considera che Fabio Besta ha operato in un contesto economico non stimolante, in quanto caratterizzato da aziende di ridotte dimensioni di tipo padronale inserite in un’economia di tipo tendenzialmente statico, ed in un contesto tecnico-scientifico ostile, poiché , quantomeno all’inizio della sua attività, il “verbo” ragioneristico dominante era quello di Giuseppe Cerboni e della sua scuola, assolutamente pervasivo e centrato sulla logismografia, sia come oggetto di spicco della ragioneria che come modello contabile, sulla teorica “personalistica” dei conti e sull’impiego del metodo deduttivo. Ai fini della crescita della disciplina è pure indispensabile ricordare la scuola fondata da Fabio Besta, la quale è stata particolarmente feconda. Tra gli allievi del Maestro si annoverano infatti i principali studiosi del periodo successivo, fra cui si rammentano Vittorio Alfieri, Alberto Ceccherelli, Carlo Ghidiglia, Pietro D’Alvise, Francesco De Gobbis, Benedetto Lorusso, Pietro Rigobon, Vincenzo Vianello e Gino Zappa.
Fabio Besta: il padre della ragioneria moderna
Coronella Stefano
2018-01-01
Abstract
Fabio Besta, docente a Ca’ Foscari per quasi cinquant’anni, è stato il più eminente esponente della ragioneria italiana. Grazie alla sua opera, rigorosa e profonda, tale disciplina si è infatti definitivamente elevata al rango di scienza. Il presente lavoro intende quindi evidenziare il variegato e fondamentale contributo fornito da Besta per la crescita della ragioneria. A tal fine sono state esaminate le sue pubblicazioni ed i connessi contenuti. Da tale analisi sono emerse delle innovazioni epocali per la disciplina, sino ad allora sostanzialmente ferma ai canoni di diversi secoli precedenti. Tra queste spiccano, rammentando solo le più importanti, la visione della ragioneria come scienza del controllo economico, l’ideazione del sistema patrimoniale applicato alla partita doppia e la connessa teorica dei conti “a valore”, l’introduzione di una nuova concezione di azienda, l’applicazione del metodo di ricerca induttivo (sperimentale), unito al metodo di ricerca storico, alla disciplina. Peraltro, tutto ciò assume ancora più rilevanza se si considera che Fabio Besta ha operato in un contesto economico non stimolante, in quanto caratterizzato da aziende di ridotte dimensioni di tipo padronale inserite in un’economia di tipo tendenzialmente statico, ed in un contesto tecnico-scientifico ostile, poiché , quantomeno all’inizio della sua attività, il “verbo” ragioneristico dominante era quello di Giuseppe Cerboni e della sua scuola, assolutamente pervasivo e centrato sulla logismografia, sia come oggetto di spicco della ragioneria che come modello contabile, sulla teorica “personalistica” dei conti e sull’impiego del metodo deduttivo. Ai fini della crescita della disciplina è pure indispensabile ricordare la scuola fondata da Fabio Besta, la quale è stata particolarmente feconda. Tra gli allievi del Maestro si annoverano infatti i principali studiosi del periodo successivo, fra cui si rammentano Vittorio Alfieri, Alberto Ceccherelli, Carlo Ghidiglia, Pietro D’Alvise, Francesco De Gobbis, Benedetto Lorusso, Pietro Rigobon, Vincenzo Vianello e Gino Zappa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.