Uno dei capolavori della letteratura mondiale, Emma (1816) non si sottrae a nuove letture sia nella sua veste di classico sia perché segna un’importante svolta nella tradizione romanzesca, riscattandola dal pregiudizio morale ed estetico con cui era guardata all’inizio dell’Ottocento. Quasi privo di un intreccio che possa dirsi tale ma lodato per il suo realismo, il romanzo coraggiosamente postula una lettura ripetuta in cui l’universo semantico è svelato al lettore per gradi, in un crescendo interpretativo sempre più complesso. Nella sua attività di match-maker, Emma Woodhouse, al pari della sua creatrice, è una tessitrice di mondi e di storie che tuttavia, alla verifica dei fatti, si riveleranno illusorie e fallaci. Coinvolgendo il lettore in una sfida ermeneutica stimolata da un continuo esercizio di creativa fallibilità sottratto all’usura del tempo, l’eroina eponima prefigura un ritratto autoironico della stessa Jane Austen. Nella consapevolezza che la polisemia, insieme alla rilettura, è inscritta nello statuto narrativo del testo, Come leggere “Emma” indaga alcuni degli aspetti innovativi dell’architettura formale e della caratterizzazione spesso trascurati proprio in ragione dell’opera di occultamento condotta da Austen. L’effetto di realtà tributato a Emma procede infatti da una sofisticata maestria stilistica in cui, grazie all’apprendistato parodico, l’intreccio delle voci, il ventriloquismo e le forme dell’indirection compongono una scrittura allusiva e “opaca”, costruita sulla poetica dell’ellissi e della lacuna. Lo studio esplora la natura versatile e pervasiva del paradigma del lacunoso – a livello diegetico, gestuale, linguistico e (meta)letterario – e la rinegoziazione di nuovi e antichi modelli di idealità maschile quali elementi nodali che attestano la portata rivoluzionaria del romanzo. In questo senso Emma viene interpretato anche come una riflessione sul funzionamento e sull’essenza stessa della letteratura.

Come leggere Emma

Antinucci Raffaella
2017-01-01

Abstract

Uno dei capolavori della letteratura mondiale, Emma (1816) non si sottrae a nuove letture sia nella sua veste di classico sia perché segna un’importante svolta nella tradizione romanzesca, riscattandola dal pregiudizio morale ed estetico con cui era guardata all’inizio dell’Ottocento. Quasi privo di un intreccio che possa dirsi tale ma lodato per il suo realismo, il romanzo coraggiosamente postula una lettura ripetuta in cui l’universo semantico è svelato al lettore per gradi, in un crescendo interpretativo sempre più complesso. Nella sua attività di match-maker, Emma Woodhouse, al pari della sua creatrice, è una tessitrice di mondi e di storie che tuttavia, alla verifica dei fatti, si riveleranno illusorie e fallaci. Coinvolgendo il lettore in una sfida ermeneutica stimolata da un continuo esercizio di creativa fallibilità sottratto all’usura del tempo, l’eroina eponima prefigura un ritratto autoironico della stessa Jane Austen. Nella consapevolezza che la polisemia, insieme alla rilettura, è inscritta nello statuto narrativo del testo, Come leggere “Emma” indaga alcuni degli aspetti innovativi dell’architettura formale e della caratterizzazione spesso trascurati proprio in ragione dell’opera di occultamento condotta da Austen. L’effetto di realtà tributato a Emma procede infatti da una sofisticata maestria stilistica in cui, grazie all’apprendistato parodico, l’intreccio delle voci, il ventriloquismo e le forme dell’indirection compongono una scrittura allusiva e “opaca”, costruita sulla poetica dell’ellissi e della lacuna. Lo studio esplora la natura versatile e pervasiva del paradigma del lacunoso – a livello diegetico, gestuale, linguistico e (meta)letterario – e la rinegoziazione di nuovi e antichi modelli di idealità maschile quali elementi nodali che attestano la portata rivoluzionaria del romanzo. In questo senso Emma viene interpretato anche come una riflessione sul funzionamento e sull’essenza stessa della letteratura.
2017
978-88-3305-066-9
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