Il libro si articola in sei capitoli. Nel primo capitolo, attingendo alla principale letteratura internazionale sul tema, si prova a delineare una definizione di volontariato come attività di lavoro svolta senza un corrispettivo monetario a favore di un individuo o della collettività, spontaneamente, con o senza il filtro di un’organizzazione formalmente costituita. Si prova, inoltre, a capire, in chiave descrittiva, chi sono effettivamente i volontari in Italia: a tal fine si analizzano i principali e più recenti dati dell’Istat sul volontariato. Nel secondo capitolo si analizzano i principali modelli economici sulle determinanti del volontariato: in altre parole, a partire dallo studio dei modelli di teoria economica, si ragiona su cosa può indurre un individuo, volto alla massimizzazione della propria utilità, a fare volontariato. Si commentano, inoltre, i principali risultati della letteratura empirica. Il capitolo terzo introduce gli effetti del volontariato con l’obiettivo di avviare il lettore al percorso che seguirà nei capitoli successivi: in altri termini, il terzo capitolo rappresenta una sorta di raccordo tra i capitoli che lo precedono e quelli che seguono. Inoltre, si introducono i dati su cui si implementano le analisi empiriche che corredano i capitoli dal IV al VI. Nel quarto capitolo, si investigano gli effetti del volontariato in termini di premio salariale: cioè si indaga sulla possibilità che coloro che lavorano e sono anche volontari in organizzazioni non-profit conseguano un miglioramento del salario rispetto a coloro che non prestano attività di volontariato. Si studia, pertanto, il premio salariale per i volontari analizzando tre questioni: i) se un premio salariale esiste; ii) qualora esista, quale è la sua dimensione; iii) infine, mediante quale meccanismo economico il volontario ottiene un più alto salario. Nel quinto capitolo, si indaga la relazione volontariato/salute. I risultati di un ampio filone della letteratura sociologica ed epidemiologica suggeriscono che chi fa volontariato non solo dichiara uno stato di salute percepita migliore di chi non fa volontariato (Carlson 2004), ma di fatto gode di una salute fisica e mentale migliore (Moen et al. 1992; Musick et al. 1999; Post 2005). Inoltre, tra i volontari si registrano tassi di mortalità più bassi rispetto ai non volontari (Musick e Wilson 2008; Konrath et al. 2011). Recentemente, anche gli economisti hanno iniziato a studiare gli effetti del volontariato formale sulla salute (Borgonovi 2008; Petrou e Kupek 2008; Fiorillo e Nappo 2014, 2015). In particolare, nell’ultima parte del capitolo, si studiano gli effetti del volontariato formale in Italia. Nel sesto ed ultimo capitolo, dopo aver analizzato le determinanti del benessere, si studia la relazione volontariato/benessere utilizzando i dati ufficiali italiani. Recenti ricerche empiriche hanno dimostrato che gli individui che fanno volontariato sono molto più soddisfatti della propria vita rispetto a coloro che non fanno volontariato (Meier e Stutzer 2004; Bruni e Stanca 2008; Fiorillo 2012; Nappo 2010b). Altre hanno dimostrato che la scarsità di relazioni interpersonali sincere rappresenta una delle principali cause della diminuzione della felicità nelle democrazie di mercato (Lane 2000). Il volontariato è attività che si pratica quasi sempre in gruppo, è momento di aggregazione, di condivisione e di confronto tra le parti che interagiscono: come si vedrà, questi sono i principali motivi per cui chi fa volontariato ne guadagna in termini di benessere.

Determinanti ed effetti del volontariato: un profilo economico.

FIORILLO, Damiano;
2015-01-01

Abstract

Il libro si articola in sei capitoli. Nel primo capitolo, attingendo alla principale letteratura internazionale sul tema, si prova a delineare una definizione di volontariato come attività di lavoro svolta senza un corrispettivo monetario a favore di un individuo o della collettività, spontaneamente, con o senza il filtro di un’organizzazione formalmente costituita. Si prova, inoltre, a capire, in chiave descrittiva, chi sono effettivamente i volontari in Italia: a tal fine si analizzano i principali e più recenti dati dell’Istat sul volontariato. Nel secondo capitolo si analizzano i principali modelli economici sulle determinanti del volontariato: in altre parole, a partire dallo studio dei modelli di teoria economica, si ragiona su cosa può indurre un individuo, volto alla massimizzazione della propria utilità, a fare volontariato. Si commentano, inoltre, i principali risultati della letteratura empirica. Il capitolo terzo introduce gli effetti del volontariato con l’obiettivo di avviare il lettore al percorso che seguirà nei capitoli successivi: in altri termini, il terzo capitolo rappresenta una sorta di raccordo tra i capitoli che lo precedono e quelli che seguono. Inoltre, si introducono i dati su cui si implementano le analisi empiriche che corredano i capitoli dal IV al VI. Nel quarto capitolo, si investigano gli effetti del volontariato in termini di premio salariale: cioè si indaga sulla possibilità che coloro che lavorano e sono anche volontari in organizzazioni non-profit conseguano un miglioramento del salario rispetto a coloro che non prestano attività di volontariato. Si studia, pertanto, il premio salariale per i volontari analizzando tre questioni: i) se un premio salariale esiste; ii) qualora esista, quale è la sua dimensione; iii) infine, mediante quale meccanismo economico il volontario ottiene un più alto salario. Nel quinto capitolo, si indaga la relazione volontariato/salute. I risultati di un ampio filone della letteratura sociologica ed epidemiologica suggeriscono che chi fa volontariato non solo dichiara uno stato di salute percepita migliore di chi non fa volontariato (Carlson 2004), ma di fatto gode di una salute fisica e mentale migliore (Moen et al. 1992; Musick et al. 1999; Post 2005). Inoltre, tra i volontari si registrano tassi di mortalità più bassi rispetto ai non volontari (Musick e Wilson 2008; Konrath et al. 2011). Recentemente, anche gli economisti hanno iniziato a studiare gli effetti del volontariato formale sulla salute (Borgonovi 2008; Petrou e Kupek 2008; Fiorillo e Nappo 2014, 2015). In particolare, nell’ultima parte del capitolo, si studiano gli effetti del volontariato formale in Italia. Nel sesto ed ultimo capitolo, dopo aver analizzato le determinanti del benessere, si studia la relazione volontariato/benessere utilizzando i dati ufficiali italiani. Recenti ricerche empiriche hanno dimostrato che gli individui che fanno volontariato sono molto più soddisfatti della propria vita rispetto a coloro che non fanno volontariato (Meier e Stutzer 2004; Bruni e Stanca 2008; Fiorillo 2012; Nappo 2010b). Altre hanno dimostrato che la scarsità di relazioni interpersonali sincere rappresenta una delle principali cause della diminuzione della felicità nelle democrazie di mercato (Lane 2000). Il volontariato è attività che si pratica quasi sempre in gruppo, è momento di aggregazione, di condivisione e di confronto tra le parti che interagiscono: come si vedrà, questi sono i principali motivi per cui chi fa volontariato ne guadagna in termini di benessere.
2015
978-88-6611-471-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11367/54023
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