Lo studio da parte dello storico del diritto dell'intero De reditu di Rutilio Namaziano, funzionario imperiale e poeta, è assai utile per raccogliere informazioni importanti sulla mentalità del ceto romano dirigente nel Tardoantico. Dall'opera si trae il senso dell'appartenenza a una classe dirigente perfettamente cosciente di sé e dei propri compiti di governo; ma in essa si percepisce anche la profonda avversione per gli invasori Goti, considerati distruttori di civiltà, e per gli aspetti peggiori del cristianesimo, ritenuto fattore decisivo di indebolimento dell'impero. Dai versi di Rutilio si apprende tutto l'amore dell'uomo colto per il paesaggio naturale e per quello regolato grazie alla buona amministrazione degli uomini volenterosi, e insieme ci viene ricordato quanto di vantaggioso vi sia sempre stato negli iura, nelle leges, negli officia, negli honores dei Romani: un mondo quasi felice, insomma, definitivamente distrutto dai barbari e, forse, anche col contributo dei seguaci del Dio dei Giudei.

Ordinamento, appartenenze e alterità nel De reditu di Rutilio Namaziano

DOVERE, Elio
2016-01-01

Abstract

Lo studio da parte dello storico del diritto dell'intero De reditu di Rutilio Namaziano, funzionario imperiale e poeta, è assai utile per raccogliere informazioni importanti sulla mentalità del ceto romano dirigente nel Tardoantico. Dall'opera si trae il senso dell'appartenenza a una classe dirigente perfettamente cosciente di sé e dei propri compiti di governo; ma in essa si percepisce anche la profonda avversione per gli invasori Goti, considerati distruttori di civiltà, e per gli aspetti peggiori del cristianesimo, ritenuto fattore decisivo di indebolimento dell'impero. Dai versi di Rutilio si apprende tutto l'amore dell'uomo colto per il paesaggio naturale e per quello regolato grazie alla buona amministrazione degli uomini volenterosi, e insieme ci viene ricordato quanto di vantaggioso vi sia sempre stato negli iura, nelle leges, negli officia, negli honores dei Romani: un mondo quasi felice, insomma, definitivamente distrutto dai barbari e, forse, anche col contributo dei seguaci del Dio dei Giudei.
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