Questo saggio prende spunto dalla pubblicazione di un libro di Michel Troper (Terminer la Révolution) dedicato alla costituzione del 1795 (la costituzione cd. 'Termidoriana') che è descritta in comparazione con le due precedenti del 1791 e del 1793. Il tema diventa quindi il costituzionalismo rivoluzionario inteso tanto nei suoi aspetti teorici quanto nei risvolti politico-istituzionali. La tesi di fondo che il saggio sostiene è che a dispetto delle diversità ideologiche i tre testi costituzionali sono uniti da un filo rosso che tutti li unisce. Questo filo è rappresentato dall'affermazione dei diritti soggettivi dell'uomo e del cittadino e dalla conseguente concezione del potere come attività trasparente e controllabile da qualunque soggetto. Questo nuovo valore sociale e politico significava l'abbattimento della mediazione giuridico-patriarcale e il superamento del sistema basato sulla centralità della magistratura parlamentare. Per questo il saggio si concentra su questo tema cruciale e tratta del modo in cui la costituzione del 1795, fin dall'esame dei lavori preparatori e in parallelo ai due testi costituzionali precedenti del '91 e del '93, organizza la funzione giudiziaria nel quadro dell'assetto generale dei poteri e delle istituzioni. Esemplare il caso del progetto di Sieyès di prevedere un «jury constitutionnaire», un organo deputato al controllo di costituzionalità. Invano l'abate tentò di convincere i costituenti ad approvare il suo disegno, basato sulla razionale idea che una costituzione senza controllo di conformità sulla legislazione ordinaria è destinata a restare lettera morta. Il destino di quest'organo fu segnato dal peso schiacciante dello spettro esercitato ancora dal modello istituzionale giudiziario dell'Antico Regime nel quale la magisatura parlamentare s'ingeriva di continuo negli affari politici. Il clima politico e il contesto ideologico nel quale venne discussa e approvata la costituzione del 1795 furono fortemente influenzati non solo dalla 'reazione' contro il Terrore, ma anche dal rigetto - condiviso con tutti i precedenti costituenti - del modello giuridico-parlamentare precedente il 1789.

Terminer la Révolution. La Constitution de 1795

DI DONATO, Francesco
2007-01-01

Abstract

Questo saggio prende spunto dalla pubblicazione di un libro di Michel Troper (Terminer la Révolution) dedicato alla costituzione del 1795 (la costituzione cd. 'Termidoriana') che è descritta in comparazione con le due precedenti del 1791 e del 1793. Il tema diventa quindi il costituzionalismo rivoluzionario inteso tanto nei suoi aspetti teorici quanto nei risvolti politico-istituzionali. La tesi di fondo che il saggio sostiene è che a dispetto delle diversità ideologiche i tre testi costituzionali sono uniti da un filo rosso che tutti li unisce. Questo filo è rappresentato dall'affermazione dei diritti soggettivi dell'uomo e del cittadino e dalla conseguente concezione del potere come attività trasparente e controllabile da qualunque soggetto. Questo nuovo valore sociale e politico significava l'abbattimento della mediazione giuridico-patriarcale e il superamento del sistema basato sulla centralità della magistratura parlamentare. Per questo il saggio si concentra su questo tema cruciale e tratta del modo in cui la costituzione del 1795, fin dall'esame dei lavori preparatori e in parallelo ai due testi costituzionali precedenti del '91 e del '93, organizza la funzione giudiziaria nel quadro dell'assetto generale dei poteri e delle istituzioni. Esemplare il caso del progetto di Sieyès di prevedere un «jury constitutionnaire», un organo deputato al controllo di costituzionalità. Invano l'abate tentò di convincere i costituenti ad approvare il suo disegno, basato sulla razionale idea che una costituzione senza controllo di conformità sulla legislazione ordinaria è destinata a restare lettera morta. Il destino di quest'organo fu segnato dal peso schiacciante dello spettro esercitato ancora dal modello istituzionale giudiziario dell'Antico Regime nel quale la magisatura parlamentare s'ingeriva di continuo negli affari politici. Il clima politico e il contesto ideologico nel quale venne discussa e approvata la costituzione del 1795 furono fortemente influenzati non solo dalla 'reazione' contro il Terrore, ma anche dal rigetto - condiviso con tutti i precedenti costituenti - del modello giuridico-parlamentare precedente il 1789.
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