Negli ultimi dieci anni la domanda di trasporto sulla media e breve distanza è aumentata in modo esponenziale, in particolare nelle aree metropolitane. Le amministrazioni pubbliche sono spinte a razionalizzare l’offerta di trasporto pubblico al fine di migliorarne la fruibilità, diminuire la pressione del traffico automobilistico sui centri cittadini e ottimizzare, dal punto di vista economico, l’erogazione di questo tipo di servizio. Tra gli strumenti, tipicamente utilizzati nel mondo, vi sono l’integrazione tariffaria e un sistema di bigliettazione condivisa. L’integrazione è, infatti, un modello che consente di riunire in un’unica rete i diversi operatori che forniscono il loro servizio, in un’area più o meno ampia, anche se hanno caratteristiche diverse dal punto di vista tecnologico (gomma, ferro, mare), del tipo di servizio fornito e della proprietà. Da questo punto di vista, l’integrazione facilita anche la concorrenza e l’avvio delle gare perché, pure su tratte o bacini di traffico limitati, consente di avere una pluralità di operatori diversi, pur mantenendo il controllo sulla politica dell’offerta per i cittadini. In città come Londra sono presenti distinte società private per il trasporto pubblico, ma per il cittadino la rete è unica e identificata, come servizio pubblico, dall’omogeneità della bigliettazione. Il punto critico dell’integrazione è che richiede nel tempo un continuo impegno allo sviluppo, che nasce dalle conoscenze operative che si acquisiscono con l’esperienza, dalle dinamiche della domanda e dalla velocità dell’innovazione. La ricerca ha per oggetto l’analisi dei percorsi istituzionali, normativi, strategico-organizzativi e tecnologici dei sistemi d’integrazione tariffaria in Lombardia e Campania. Attraverso interviste a interlocutori privilegiati e analisi documentale, ci si è focalizzati, in una prospettiva longitudinale, sui modelli di governance e sulle scelte tecnologiche adottate, rilevandone vantaggi ed elementi di criticità.

Modelli di integrazione e bigliettazione elettronica nel TPL

MERCURIO, Lorenzo;
2012-01-01

Abstract

Negli ultimi dieci anni la domanda di trasporto sulla media e breve distanza è aumentata in modo esponenziale, in particolare nelle aree metropolitane. Le amministrazioni pubbliche sono spinte a razionalizzare l’offerta di trasporto pubblico al fine di migliorarne la fruibilità, diminuire la pressione del traffico automobilistico sui centri cittadini e ottimizzare, dal punto di vista economico, l’erogazione di questo tipo di servizio. Tra gli strumenti, tipicamente utilizzati nel mondo, vi sono l’integrazione tariffaria e un sistema di bigliettazione condivisa. L’integrazione è, infatti, un modello che consente di riunire in un’unica rete i diversi operatori che forniscono il loro servizio, in un’area più o meno ampia, anche se hanno caratteristiche diverse dal punto di vista tecnologico (gomma, ferro, mare), del tipo di servizio fornito e della proprietà. Da questo punto di vista, l’integrazione facilita anche la concorrenza e l’avvio delle gare perché, pure su tratte o bacini di traffico limitati, consente di avere una pluralità di operatori diversi, pur mantenendo il controllo sulla politica dell’offerta per i cittadini. In città come Londra sono presenti distinte società private per il trasporto pubblico, ma per il cittadino la rete è unica e identificata, come servizio pubblico, dall’omogeneità della bigliettazione. Il punto critico dell’integrazione è che richiede nel tempo un continuo impegno allo sviluppo, che nasce dalle conoscenze operative che si acquisiscono con l’esperienza, dalle dinamiche della domanda e dalla velocità dell’innovazione. La ricerca ha per oggetto l’analisi dei percorsi istituzionali, normativi, strategico-organizzativi e tecnologici dei sistemi d’integrazione tariffaria in Lombardia e Campania. Attraverso interviste a interlocutori privilegiati e analisi documentale, ci si è focalizzati, in una prospettiva longitudinale, sui modelli di governance e sulle scelte tecnologiche adottate, rilevandone vantaggi ed elementi di criticità.
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