Tra le pratiche turistiche che nel corso degli ultimi decenni hanno registrato un trend evolutivo maggiormente sostenuto, vi è quella crocieristica, sia nella sua forma “maggiore”, quella cioè che si svolge su lunghi percorsi su navi sempre più grandi e organizzate, sia in quella “minore” che si svolge su percorsi più concentrati utilizzando imbarcazioni di più piccola dimensione, talvolta di tipo charter, e che rientra sotto la generica definizione di “nautica da diporto”. Nel lavoro viene esaminata la situazione della nautica da diporto in Italia, un paese che nonostante una situazione generale largamente favorevole sotto l’aspetto storico (tradizione marinara antica), geografico (circa 7.500 chilometri di coste molto varie per caratteri naturali, fisici, geomorfologi), socio-economico (livelli di reddito e cultura elevati), paesaggistico, presenta uno sviluppo del settore notevolmente sottodimensionato rispetto alle sue potenzialità. E ciò a causa di una serie di inefficienze di fondo riconducibili, soprattutto, al lato dell’offerta: una infrastrutturazione assolutamente insufficiente, sia dal punto di vista qualitativo che qualitativo e, tra l’altro, geograficamente molto squilibrata. Ciò che, dunque, occorre, è intervenire sul sistema della portualità turistica non solo aumentando il numero dei posti-barca, ma anche mettendoli “a sistema” costruendo cioè una “rete” nella quale attribuire a ciascun porto una specifica connotazione funzionale sulla base della domanda, delle esigenze da questa espresse, delle vocazioni delle attività economiche presenti e potenziali dell’area di riferimento, ecc.. In una parola, i porti turistici non devono essere considerati soltanto dei “nodi strutturali” fini a se stessi, quanto piuttosto dei “nodi funzionali” dai quali poter partire per poter utilizzare tutte le risorse presenti nei diversi contesti di riferimento inserendole in programma generale di assetto territoriale e, più in particolare, di gestione integrata tra il mare e la terraferma.

"From major cruise shipping to minor cruise shipping: pleasure boating in Italy"

GASPARINI, Maria Laura
2007-01-01

Abstract

Tra le pratiche turistiche che nel corso degli ultimi decenni hanno registrato un trend evolutivo maggiormente sostenuto, vi è quella crocieristica, sia nella sua forma “maggiore”, quella cioè che si svolge su lunghi percorsi su navi sempre più grandi e organizzate, sia in quella “minore” che si svolge su percorsi più concentrati utilizzando imbarcazioni di più piccola dimensione, talvolta di tipo charter, e che rientra sotto la generica definizione di “nautica da diporto”. Nel lavoro viene esaminata la situazione della nautica da diporto in Italia, un paese che nonostante una situazione generale largamente favorevole sotto l’aspetto storico (tradizione marinara antica), geografico (circa 7.500 chilometri di coste molto varie per caratteri naturali, fisici, geomorfologi), socio-economico (livelli di reddito e cultura elevati), paesaggistico, presenta uno sviluppo del settore notevolmente sottodimensionato rispetto alle sue potenzialità. E ciò a causa di una serie di inefficienze di fondo riconducibili, soprattutto, al lato dell’offerta: una infrastrutturazione assolutamente insufficiente, sia dal punto di vista qualitativo che qualitativo e, tra l’altro, geograficamente molto squilibrata. Ciò che, dunque, occorre, è intervenire sul sistema della portualità turistica non solo aumentando il numero dei posti-barca, ma anche mettendoli “a sistema” costruendo cioè una “rete” nella quale attribuire a ciascun porto una specifica connotazione funzionale sulla base della domanda, delle esigenze da questa espresse, delle vocazioni delle attività economiche presenti e potenziali dell’area di riferimento, ecc.. In una parola, i porti turistici non devono essere considerati soltanto dei “nodi strutturali” fini a se stessi, quanto piuttosto dei “nodi funzionali” dai quali poter partire per poter utilizzare tutte le risorse presenti nei diversi contesti di riferimento inserendole in programma generale di assetto territoriale e, più in particolare, di gestione integrata tra il mare e la terraferma.
2007
978-88-89677-16-2
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