Il bilancio costituisce lo snodo centrale del sistema informativo aziendale, rappresentando in una sintesi di valori gli andamenti aziendali riferiti ad un singolo periodo amministrativo . Esso però è uno strumento di informazione non soltanto per il soggetto economico (che ne integra i contenuti con l’utilizzo di altri strumenti informativi), ma per tutti quei soggetti che entrano in relazione con l’azienda, sia da una posizione “interna” all’azienda che “esterna” alla stessa. Diverse sono le esigenze informative che tali soggetti manifestano, e differenti sono le risposte che vengono fornite dal complesso aziendale. Tale differenziazione in passato riguardava anche il modello del bilancio di esercizio, e venivano pertanto redatti tanti bilanci quanti erano i gruppi di interesse cui l’azienda si rivolgeva. Questa segmentazione però non risponde più alle esigenze di una moderna concezione di una economia sviluppata: la necessità di un trattamento sostanzialmente uniforme e l’esistenza di sistemi di verifi ca e riscontro sempre più raffi nati a disposizione dei terzi hanno portato all’elaborazione della teoria del bilancio unico. Il bilancio, tuttavia, non esaurisce la propria utilità nel valore informativo esterno potendo essere utilizzato (soprattutto in realtà piccole non dotate di adeguate strutture informative extra-contabili) come strumento di pianifi cazione e controllo della gestione futura. La maggiore proiezione delle aziende verso mercati organizzati e più in generale un maggior interesse verso la necessità di comporre anche gli interessi aziendali esterni a sistema hanno profondamente mutato le “regole del gioco” e hanno indotto più di recente un adeguamento della politica di comunicazione delle aziende, sempre più incline alla trasparenza. Il pubblico degli investitori, utilizza il bilancio di esercizio (ma anche tutta la restante informazione economico-finanziaria) come fondamentale input informativo nel processo decisionale che porta alla selezione degli impieghi di fondi (siano essi a titolo di capitale a pieno rischio o di debito) con una attenzione particolare agli andamenti futuri dell’azienda. Il forte legame che sussiste tra principio di trasparenza e tutela legale delle minoranze costituisce in effetti uno dei principali punti di forza per il corretto funzionamento dei mercati fi nanziari. A livello dinamico si sviluppa in tale contesto una dialettica in cui i soggetti esterni si prodigano nella proiezioni di valori futuri (utile per azione, crescita del fatturato, valore del titolo, ecc.), mentre le società fanno di tutto per “centrare” le previsioni effettuate. L’analista dovrà quindi evitare l’errore classico di concentrare la propria attenzione su fattori apparentemente fondamentali tralasciando tutta la restante informazione, di origine interna ed esterna, che costituisce un patrimonio informativo di fondamentale importanza a disposizione chi è in grado ed ha la volontà di usufruire. Il quadro interpretativo da considerare dovrà al contrario sempre tenere presente il contesto sistemico che la natura del complesso aziendale offre, effettuando riscontri incrociati tra tutti i dati disponibili di provenienza esterna e di provenienza interna. Sebbene la recente riforma societaria costituisca solo un primo timido passo verso una maggiore trasparenza informativa, ed in quanto tale largamente risulta largamente incompleta, non è possibile guardare all’adozione degli Ias, ed alle altre riforme in corso, senza esprimere qualche preoccupazione se non altro in riferimento alla tumultuosità dei cambiamenti in corso. L’attuale struttura di bilancio, ovvero, quella delineata dalla riforma societaria, costituisce sicuramente un tappa verso un cambiamento epocale in tema di comunicazione aziendale. Considerate le sovraordinate esigenze di convergenza delle economie, e prescindendo da un eccessivo arroccamento su posizioni “tradizionaliste”, non si può fare a meno di esprimere comunque una concreta speranza di miglioramento complessivo della comunicazione economico finanziaria nel nostro paese.Un acritico accoglimento di ciò che propongono i principi contabili internazionali avrebbe dei risultati sicuramente controproducenti, anche in relazione alle profonde differenze culturali che ci separano dai paesi di tradizione anglosassone.In tal senso il bilancio non è più solo un luogo di contemperamento degli interessi che convergono sull’organismo aziendale, ma diventa anche luogo di coesistenza di differenti culture contabili ed di ordinamenti giuridici che hanno avuto origini storiche molto diverse. Per quanto sino ad adesso esposto, ridurre il processo di evoluzione in corso alla semplice diatriba se la comunicazione di bilancio debba ispirarsi a criteri di tipo “garantistico” fi nalizzati soprattutto alla salvaguardia del patrimonio aziendale nell’interesse dei terzi, ovvero se la stessa debba svolgere la funzione di misurazione e divulgazione delle performance economiche e finanziarie dell’impresa, al fine di consentire agli operatori economici di assumere decisioni informate, evidenzia un approccio che costituisce soltanto il punto di partenza per affrontare tematiche la cui complessità non manca di essere fonte continua di nuove sfide.

Il bilancio di esercizio: logiche economico aziendali e aspetti giuridico formali

DI STEFANO, Giancarlo
2008-01-01

Abstract

Il bilancio costituisce lo snodo centrale del sistema informativo aziendale, rappresentando in una sintesi di valori gli andamenti aziendali riferiti ad un singolo periodo amministrativo . Esso però è uno strumento di informazione non soltanto per il soggetto economico (che ne integra i contenuti con l’utilizzo di altri strumenti informativi), ma per tutti quei soggetti che entrano in relazione con l’azienda, sia da una posizione “interna” all’azienda che “esterna” alla stessa. Diverse sono le esigenze informative che tali soggetti manifestano, e differenti sono le risposte che vengono fornite dal complesso aziendale. Tale differenziazione in passato riguardava anche il modello del bilancio di esercizio, e venivano pertanto redatti tanti bilanci quanti erano i gruppi di interesse cui l’azienda si rivolgeva. Questa segmentazione però non risponde più alle esigenze di una moderna concezione di una economia sviluppata: la necessità di un trattamento sostanzialmente uniforme e l’esistenza di sistemi di verifi ca e riscontro sempre più raffi nati a disposizione dei terzi hanno portato all’elaborazione della teoria del bilancio unico. Il bilancio, tuttavia, non esaurisce la propria utilità nel valore informativo esterno potendo essere utilizzato (soprattutto in realtà piccole non dotate di adeguate strutture informative extra-contabili) come strumento di pianifi cazione e controllo della gestione futura. La maggiore proiezione delle aziende verso mercati organizzati e più in generale un maggior interesse verso la necessità di comporre anche gli interessi aziendali esterni a sistema hanno profondamente mutato le “regole del gioco” e hanno indotto più di recente un adeguamento della politica di comunicazione delle aziende, sempre più incline alla trasparenza. Il pubblico degli investitori, utilizza il bilancio di esercizio (ma anche tutta la restante informazione economico-finanziaria) come fondamentale input informativo nel processo decisionale che porta alla selezione degli impieghi di fondi (siano essi a titolo di capitale a pieno rischio o di debito) con una attenzione particolare agli andamenti futuri dell’azienda. Il forte legame che sussiste tra principio di trasparenza e tutela legale delle minoranze costituisce in effetti uno dei principali punti di forza per il corretto funzionamento dei mercati fi nanziari. A livello dinamico si sviluppa in tale contesto una dialettica in cui i soggetti esterni si prodigano nella proiezioni di valori futuri (utile per azione, crescita del fatturato, valore del titolo, ecc.), mentre le società fanno di tutto per “centrare” le previsioni effettuate. L’analista dovrà quindi evitare l’errore classico di concentrare la propria attenzione su fattori apparentemente fondamentali tralasciando tutta la restante informazione, di origine interna ed esterna, che costituisce un patrimonio informativo di fondamentale importanza a disposizione chi è in grado ed ha la volontà di usufruire. Il quadro interpretativo da considerare dovrà al contrario sempre tenere presente il contesto sistemico che la natura del complesso aziendale offre, effettuando riscontri incrociati tra tutti i dati disponibili di provenienza esterna e di provenienza interna. Sebbene la recente riforma societaria costituisca solo un primo timido passo verso una maggiore trasparenza informativa, ed in quanto tale largamente risulta largamente incompleta, non è possibile guardare all’adozione degli Ias, ed alle altre riforme in corso, senza esprimere qualche preoccupazione se non altro in riferimento alla tumultuosità dei cambiamenti in corso. L’attuale struttura di bilancio, ovvero, quella delineata dalla riforma societaria, costituisce sicuramente un tappa verso un cambiamento epocale in tema di comunicazione aziendale. Considerate le sovraordinate esigenze di convergenza delle economie, e prescindendo da un eccessivo arroccamento su posizioni “tradizionaliste”, non si può fare a meno di esprimere comunque una concreta speranza di miglioramento complessivo della comunicazione economico finanziaria nel nostro paese.Un acritico accoglimento di ciò che propongono i principi contabili internazionali avrebbe dei risultati sicuramente controproducenti, anche in relazione alle profonde differenze culturali che ci separano dai paesi di tradizione anglosassone.In tal senso il bilancio non è più solo un luogo di contemperamento degli interessi che convergono sull’organismo aziendale, ma diventa anche luogo di coesistenza di differenti culture contabili ed di ordinamenti giuridici che hanno avuto origini storiche molto diverse. Per quanto sino ad adesso esposto, ridurre il processo di evoluzione in corso alla semplice diatriba se la comunicazione di bilancio debba ispirarsi a criteri di tipo “garantistico” fi nalizzati soprattutto alla salvaguardia del patrimonio aziendale nell’interesse dei terzi, ovvero se la stessa debba svolgere la funzione di misurazione e divulgazione delle performance economiche e finanziarie dell’impresa, al fine di consentire agli operatori economici di assumere decisioni informate, evidenzia un approccio che costituisce soltanto il punto di partenza per affrontare tematiche la cui complessità non manca di essere fonte continua di nuove sfide.
2008
978-88-903596-7-5
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