Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo processo di delega delle competenze sanitarie dallo Stato alle Regioni. Da ciò deriva che ciascuna Regione, nell'ambito del rispetto di quanto previsto dalle politiche sanitarie nazionali, può in autonomia organizzare e dotare il prorio SSR di specifici modelli e sistemi operativi. Nelle Regioni i cambiamenti citati, in merito agli assetti ed ai meccanismi di governo dei sistemi sanitariregionali, hanno favorito lo sviluppo di un'interessante dialettica tra gli obiettivi del sistema polito-istituzionale regionale di assicurarsi un grado di controllo sulle aziende sanitarie e tra i comportamenti delle singole aziende miranti al raggiungimento del proprio equilibrio economico, talvolta in contrasto con quello regionale. A tale contrapposizione, in modo più o meno peculiare, ciscuna Regione ha provveduto fornendo una propria risposta e dotando di specifiche regole il proprio SSR. in tal senso è possibile verificare la presenza, all'interno del SSN, di venti SSR con caratteristiche diverse e, pertanto, pervenire ad una classificazione degli stessi attraverso lo studio di alcune variabili che permettono di stilizzarne la struttura. Dall'analisi condotta, pur considerando una certa disomogeneità tra i SSR, è stato possibile raggruppare i SSR in tre "idealtipi": SSR come sitema integrato; SSR come sistema de-integrato; SSR come sistema allargato. il lavoro lascia spunto ad alcune riflessioni, ponendo i tre idealtipi lungo un continuum si intravede la direzione intrapresa dal processo di aziendalizzazione in Italia che ha interessato la sanità in Italia nel corso degli ultimi anni. In pratica si ipotizza che le soluzioni di governo economico riscontrate nei diversi SSR rappresentino stadi diversi del processo di aziendalizzazione, in cui la soluzione reticolare allargata rappresenta il risultato più evoluto di tale processo.
Il controllo economico delle aziende dei sistemi sanitari regionali
SCALETTI, ALESSANDRO
2010-01-01
Abstract
Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo processo di delega delle competenze sanitarie dallo Stato alle Regioni. Da ciò deriva che ciascuna Regione, nell'ambito del rispetto di quanto previsto dalle politiche sanitarie nazionali, può in autonomia organizzare e dotare il prorio SSR di specifici modelli e sistemi operativi. Nelle Regioni i cambiamenti citati, in merito agli assetti ed ai meccanismi di governo dei sistemi sanitariregionali, hanno favorito lo sviluppo di un'interessante dialettica tra gli obiettivi del sistema polito-istituzionale regionale di assicurarsi un grado di controllo sulle aziende sanitarie e tra i comportamenti delle singole aziende miranti al raggiungimento del proprio equilibrio economico, talvolta in contrasto con quello regionale. A tale contrapposizione, in modo più o meno peculiare, ciscuna Regione ha provveduto fornendo una propria risposta e dotando di specifiche regole il proprio SSR. in tal senso è possibile verificare la presenza, all'interno del SSN, di venti SSR con caratteristiche diverse e, pertanto, pervenire ad una classificazione degli stessi attraverso lo studio di alcune variabili che permettono di stilizzarne la struttura. Dall'analisi condotta, pur considerando una certa disomogeneità tra i SSR, è stato possibile raggruppare i SSR in tre "idealtipi": SSR come sitema integrato; SSR come sistema de-integrato; SSR come sistema allargato. il lavoro lascia spunto ad alcune riflessioni, ponendo i tre idealtipi lungo un continuum si intravede la direzione intrapresa dal processo di aziendalizzazione in Italia che ha interessato la sanità in Italia nel corso degli ultimi anni. In pratica si ipotizza che le soluzioni di governo economico riscontrate nei diversi SSR rappresentino stadi diversi del processo di aziendalizzazione, in cui la soluzione reticolare allargata rappresenta il risultato più evoluto di tale processo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.