I milioni di clienti con i quali si interfacciano gli istituti di credito rendono tale categoria di aziende estremamente importante ai fini degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati in sede internazionale. Gli intermediari finanziari, infatti, possono agire dal versante dell’offerta domandando certificazioni di sostenibilità alle imprese richiedenti il credito, ma anche rendersi direttamente promotrici di investimenti coerenti con le esigenze della sostenibilità. In ragione di questa importanza, il presente contributo valuta le performance Environment, Sociale and Governance delle banche nazionali quotate in borsa. A tale scopo si effettua un’analisi dei report prodotti da tali istituzioni in adesione alla normativa introdotta dal DL 254/2016 sulla Dichiarazione di carattere non finanziario, al fine di valutarne la qualità della disclosure. La peculiarità dello studio è esaminare tali prestazioni nell’ottica della reportistica integrata, ritenuta lo sviluppo più recente di una lunga serie di proposte che hanno tentato di riformare la contabilità finanziaria e le relazioni societarie. Le evidenze empiriche mostrano che gli intermediari creditizi presentano un valido livello qualitativo di non-financial disclosure, sebbene non siano ancora stati raggiunti tutti gli obiettivi fissati dai promotori della reportistica integrata che prevede dei rapporti snelli, facilmente accessibili ad una vasta platea di stakeholders e agevolmente comprabili nel tempo e nello spazio. Inoltre, sebbene la attuale reportistica mostri in modo alquanto evidente la capacità delle banche di generare valore a beneficio dell’intera collettività, è ancora poco marcato il collegamento tra i risultati economici e le prestazioni di sostenibilità

Le performances Esg delle banche italiane dalla prospettiva della reportistica integrata. Riscontri di un’indagine empirica

Thomas A.
;
2025-01-01

Abstract

I milioni di clienti con i quali si interfacciano gli istituti di credito rendono tale categoria di aziende estremamente importante ai fini degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati in sede internazionale. Gli intermediari finanziari, infatti, possono agire dal versante dell’offerta domandando certificazioni di sostenibilità alle imprese richiedenti il credito, ma anche rendersi direttamente promotrici di investimenti coerenti con le esigenze della sostenibilità. In ragione di questa importanza, il presente contributo valuta le performance Environment, Sociale and Governance delle banche nazionali quotate in borsa. A tale scopo si effettua un’analisi dei report prodotti da tali istituzioni in adesione alla normativa introdotta dal DL 254/2016 sulla Dichiarazione di carattere non finanziario, al fine di valutarne la qualità della disclosure. La peculiarità dello studio è esaminare tali prestazioni nell’ottica della reportistica integrata, ritenuta lo sviluppo più recente di una lunga serie di proposte che hanno tentato di riformare la contabilità finanziaria e le relazioni societarie. Le evidenze empiriche mostrano che gli intermediari creditizi presentano un valido livello qualitativo di non-financial disclosure, sebbene non siano ancora stati raggiunti tutti gli obiettivi fissati dai promotori della reportistica integrata che prevede dei rapporti snelli, facilmente accessibili ad una vasta platea di stakeholders e agevolmente comprabili nel tempo e nello spazio. Inoltre, sebbene la attuale reportistica mostri in modo alquanto evidente la capacità delle banche di generare valore a beneficio dell’intera collettività, è ancora poco marcato il collegamento tra i risultati economici e le prestazioni di sostenibilità
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