Il volume propone un’analisi generale e trans-settoriale dell’evoluzione della nozione di sicurezza nei Trattati dell’Unione. La sicurezza è intesa essenzialmente quale capacità di un sistema di resistere alle pressioni e alle ingerenze che gli impediscono di esercitare le proprie funzioni essenziali, di definire autonomamente i propri obiettivi e di raggiungerli efficacemente. Attraverso un metodo esegetico, focalizzato sull’analisi delle disposizioni dei Trattati in cui compare il termine sicurezza, sugli atti di attuazione, sull’interpretazione fornita dalla giurisprudenza e della dottrina, l’obiettivo generale dello studio consiste nell’analizzare l’impatto dell’idea di sicurezza sul piano istituzionale, con particolare attenzione ai metodi regolativi, alle procedure e all’organizzazione amministrativa dell’UE. Il volume delinea, quindi, l’evoluzione che ha condotto alla progressiva estensione dell’idea di sicurezza da un fattore di carattere “unilateralistico” (deroga che consentiva la possibilità di adozione di misure restrittive delle libertà di circolazione) ad un fattore da gestire attraverso una logica multilivello, imposta da un’interpretazione “a contrario” del riferimento alla sicurezza nazionale di cui all’art. 4, §2 TUE. L’interpretazione in parola si fonda sul presupposto che l’esigenza di ribadire la competenza degli Stati nella tutela della sicurezza nazionale abbia origine nella progressiva emersione di una sicurezza europea, che impone il perseguimento di tale obiettivo in una logica di complementarietà tra livello nazionale ed europeo. Il volume mette, altresì, in evidenza che a questo processo, che potremmo definire “ordinario”, si è affiancato un percorso parallelo e, per certi versi, assorbente, determinato dalla necessità dell’UE di supportare gli Stati membri nell’affrontare le crisi sistemiche che si sono avvicendate da circa quindici anni. La tesi sostenuta nel volume è che gli strumenti predisposti per gestire e prevenire le crisi, per creare sistemi resilienti e per rafforzarne la preparedness abbiano creato un sistema di crisis management specifico dell’UE, che è orientato soprattutto ad assicurarne la sicurezza intesa come capacità dell’UE di sostenere gli Stati durante le emergenze. In un sistema siffatto il rapporto tra sicurezza europea e sicurezza nazionale non si configura più in una logica di complementarietà ma di integrazione, divenendo il vero e proprio collante dell’UE, il senso stesso della sua esistenza. Il fatto stesso che l’idea di sicurezza si identifichi sempre maggiormente con quella di gestione delle crisi si traduce in uno sforzo costante di rafforzamento da parte dell’UE della propria autonomia strategica, cioè della propria capacità di decidere autonomamente i propri obiettivi, i metodi e strumenti con cui perseguirli, senza ingerenze o pressioni esterne che possano influenzare o deviare le scelte delle Istituzioni. Ciò soprattutto al fine di garantire il rispetto dei valori fondanti dell’UE, primi tra tutti la democraticità e lo Stato di diritto, e la protezione dello “stile di vita” dell’UE, fondato soprattutto sulla libertà dei cittadini e sulla tutela dei diritti individuali. Nel volume si rilevano, tuttavia, alcuni timidi segnali di una lenta inversione di tendenza emersi in seguito al riacuirsi della crisi mediorientale. I segnali in parola denotano il tentativo dell'UE di acquisire un ruolo centrale sia nel fronteggiare alcune minacce militari e terroristiche che possono considerarsi collaterali rispetto ai conflitti esistenti, sia nel garantire la sicurezza economica e tecnologica, sia nel contrastare la tendenza di alcuni Stati terzi ad operare azioni di coercizione e ad insinuarsi nei meccanismi di decision making pubblico. I fenomeni in parola testimoniano, infatti, l’acquisizione di consapevolezza da parte dell’UE della necessità di rafforzare il proprio ruolo di leadership nella garanzia della sicurezza globale. Alla luce del nuovo mandato che l’UE intende darsi, l’autonomia strategica, lungi dal degenerare in un’ideologia radicale foriera di isolamento, protezionismo ed autarchia, può diventare una leva per rafforzarne la posizione di driver di processi regolativi, di meccanismi di controllo e, talvolta, di vere e proprie attività di natura operativa. In conclusione, il volume demistifica la sinonimia e la relazione causa – effetto difesa/sicurezza, spostando l’attenzione sull’ipotesi di costruire un sistema di sicurezza multilivello basato su strumenti marcatamente giuridici e politici, cioè attraverso un’azione di governance. Nella prospettiva che si propone nessuno dei fattori che si è cercato di analizzare in chiave evolutiva (la sicurezza militare, economica, tecnologica) può acquisire un peso prevalente né costituire un fine preordinato rispetto agli altri. Essi devono, piuttosto, essere organizzati in un modello coerente, integrato e coeso in modo che l’uno possa rafforzare i punti di forza e bilanciare le carenze dell’altro, in vista del rafforzamento dei valori fondanti ed in particolare, da un lato, della tutela dei diritti individuali e, dall’altro, della democrazia. Per far sì che la nozione di sicurezza acquisisca un significato “costituzionale”, identificandosi come tutela dei valori fondanti dell’UE, è necessario realizzare alcune modifiche nel sistema istituzionale: assicurare l’accountability democratica e rafforzare la legittimazione delle procedure e delle forme organizzative che stanno emergendo soprattutto in reazione alle emergenze; promuovere un’interpretazione della nozione di sicurezza che si bilanci ed integri con i diritti di cui alla Carta; valorizzare il contributo delle altre politiche che contribuiscono a rafforzare la dimensione strategica della sicurezza (sicurezza alimentare, sicurezza nella ricerca e nell’industria, buon funzionamento della concorrenza, politica ambientale e di contrasto al cambiamento climatico, ssicurezza sociale e coesione; relazioni esterne pacifiche ed orientate alla collaborazione).
L’EVOLUZIONE DELLA NOZIONE DI SICUREZZA DELL’UNIONE EUROPEA tra crisi sistemiche, innovazione tecnologica e tutela dei valori
Sara Pugliese
2025-01-01
Abstract
Il volume propone un’analisi generale e trans-settoriale dell’evoluzione della nozione di sicurezza nei Trattati dell’Unione. La sicurezza è intesa essenzialmente quale capacità di un sistema di resistere alle pressioni e alle ingerenze che gli impediscono di esercitare le proprie funzioni essenziali, di definire autonomamente i propri obiettivi e di raggiungerli efficacemente. Attraverso un metodo esegetico, focalizzato sull’analisi delle disposizioni dei Trattati in cui compare il termine sicurezza, sugli atti di attuazione, sull’interpretazione fornita dalla giurisprudenza e della dottrina, l’obiettivo generale dello studio consiste nell’analizzare l’impatto dell’idea di sicurezza sul piano istituzionale, con particolare attenzione ai metodi regolativi, alle procedure e all’organizzazione amministrativa dell’UE. Il volume delinea, quindi, l’evoluzione che ha condotto alla progressiva estensione dell’idea di sicurezza da un fattore di carattere “unilateralistico” (deroga che consentiva la possibilità di adozione di misure restrittive delle libertà di circolazione) ad un fattore da gestire attraverso una logica multilivello, imposta da un’interpretazione “a contrario” del riferimento alla sicurezza nazionale di cui all’art. 4, §2 TUE. L’interpretazione in parola si fonda sul presupposto che l’esigenza di ribadire la competenza degli Stati nella tutela della sicurezza nazionale abbia origine nella progressiva emersione di una sicurezza europea, che impone il perseguimento di tale obiettivo in una logica di complementarietà tra livello nazionale ed europeo. Il volume mette, altresì, in evidenza che a questo processo, che potremmo definire “ordinario”, si è affiancato un percorso parallelo e, per certi versi, assorbente, determinato dalla necessità dell’UE di supportare gli Stati membri nell’affrontare le crisi sistemiche che si sono avvicendate da circa quindici anni. La tesi sostenuta nel volume è che gli strumenti predisposti per gestire e prevenire le crisi, per creare sistemi resilienti e per rafforzarne la preparedness abbiano creato un sistema di crisis management specifico dell’UE, che è orientato soprattutto ad assicurarne la sicurezza intesa come capacità dell’UE di sostenere gli Stati durante le emergenze. In un sistema siffatto il rapporto tra sicurezza europea e sicurezza nazionale non si configura più in una logica di complementarietà ma di integrazione, divenendo il vero e proprio collante dell’UE, il senso stesso della sua esistenza. Il fatto stesso che l’idea di sicurezza si identifichi sempre maggiormente con quella di gestione delle crisi si traduce in uno sforzo costante di rafforzamento da parte dell’UE della propria autonomia strategica, cioè della propria capacità di decidere autonomamente i propri obiettivi, i metodi e strumenti con cui perseguirli, senza ingerenze o pressioni esterne che possano influenzare o deviare le scelte delle Istituzioni. Ciò soprattutto al fine di garantire il rispetto dei valori fondanti dell’UE, primi tra tutti la democraticità e lo Stato di diritto, e la protezione dello “stile di vita” dell’UE, fondato soprattutto sulla libertà dei cittadini e sulla tutela dei diritti individuali. Nel volume si rilevano, tuttavia, alcuni timidi segnali di una lenta inversione di tendenza emersi in seguito al riacuirsi della crisi mediorientale. I segnali in parola denotano il tentativo dell'UE di acquisire un ruolo centrale sia nel fronteggiare alcune minacce militari e terroristiche che possono considerarsi collaterali rispetto ai conflitti esistenti, sia nel garantire la sicurezza economica e tecnologica, sia nel contrastare la tendenza di alcuni Stati terzi ad operare azioni di coercizione e ad insinuarsi nei meccanismi di decision making pubblico. I fenomeni in parola testimoniano, infatti, l’acquisizione di consapevolezza da parte dell’UE della necessità di rafforzare il proprio ruolo di leadership nella garanzia della sicurezza globale. Alla luce del nuovo mandato che l’UE intende darsi, l’autonomia strategica, lungi dal degenerare in un’ideologia radicale foriera di isolamento, protezionismo ed autarchia, può diventare una leva per rafforzarne la posizione di driver di processi regolativi, di meccanismi di controllo e, talvolta, di vere e proprie attività di natura operativa. In conclusione, il volume demistifica la sinonimia e la relazione causa – effetto difesa/sicurezza, spostando l’attenzione sull’ipotesi di costruire un sistema di sicurezza multilivello basato su strumenti marcatamente giuridici e politici, cioè attraverso un’azione di governance. Nella prospettiva che si propone nessuno dei fattori che si è cercato di analizzare in chiave evolutiva (la sicurezza militare, economica, tecnologica) può acquisire un peso prevalente né costituire un fine preordinato rispetto agli altri. Essi devono, piuttosto, essere organizzati in un modello coerente, integrato e coeso in modo che l’uno possa rafforzare i punti di forza e bilanciare le carenze dell’altro, in vista del rafforzamento dei valori fondanti ed in particolare, da un lato, della tutela dei diritti individuali e, dall’altro, della democrazia. Per far sì che la nozione di sicurezza acquisisca un significato “costituzionale”, identificandosi come tutela dei valori fondanti dell’UE, è necessario realizzare alcune modifiche nel sistema istituzionale: assicurare l’accountability democratica e rafforzare la legittimazione delle procedure e delle forme organizzative che stanno emergendo soprattutto in reazione alle emergenze; promuovere un’interpretazione della nozione di sicurezza che si bilanci ed integri con i diritti di cui alla Carta; valorizzare il contributo delle altre politiche che contribuiscono a rafforzare la dimensione strategica della sicurezza (sicurezza alimentare, sicurezza nella ricerca e nell’industria, buon funzionamento della concorrenza, politica ambientale e di contrasto al cambiamento climatico, ssicurezza sociale e coesione; relazioni esterne pacifiche ed orientate alla collaborazione).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.