Molti studi recenti sono stati dedicati, a livello nazionale e internazionale, a possibili cambiamenti radicali del sistema di tassazione delle imprese per tenere nella dovuta considerazione l’attuale contesto economico, permeabile alle strategie di elusione fiscale, caratterizzato dall’internazionalizzazione e dalla prevalenza dei beni immateriali nell’attivo delle imprese stesse. Un modello di tassazione delle imprese per il ventunesimo secolo deve tenere conto di questa nuova realtà: maggiore mobilità del capitale, che ha alimentato la race to the bottom; maggiori opportunità di elusione ed evasione fiscale attraverso transazioni oltre i confini internazionali; perdita di competitività delle imprese a dimensione nazionale rispetto alle multinazionali, in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla “fiera delle tasse”. In questa prospettiva, uno degli approcci alternativi proposti dagli studiosi riguarda la possibilità di modificare l’oggetto della tassazione: dal reddito d’impresa, tradizionalmente determinato sulla base dei principi contabili e del principio della competenza economica – caratterizzato, quest’ultimo, da un sistema di regole piuttosto complesso e che alimenta sia i costi di adempimento per le imprese sia le possibili controversie di natura interpretativa con l’amministrazione tributaria – si potrebbe passare alla tassazione sui flussi di cassa. In questa prospettiva si ipotizzano sistemi di cash flow tax che, in luogo di inseguire un reddito effettivo di difficile determinazione, individuano più semplicemente la base imponibile da assoggettare a tassazione nella differenza tra proventi incassati e costi effettivamente sostenuti. In effetti, se uno dei principali problemi dei sistemi fiscali odierni nasce dalla possibilità che le imprese allochino strumentalmente i loro profitti in giurisdizioni a bassa fiscalità (profit shifting e conseguente base erosion), per le Amministrazioni fiscali la soluzione più semplice ed efficiente sembrerebbe essere non quella di “rincorrere” l’allocazione del reddito tra le diverse giurisdizioni, bensì quella di tassare direttamente le risorse finanziarie che scorrono nelle casse delle imprese, ossia il cash-flow.

La crisi della corporate income tax e la prospettiva della cash low tax nel sistema di tassazione delle imprese

loredana Carpentieri
2024-01-01

Abstract

Molti studi recenti sono stati dedicati, a livello nazionale e internazionale, a possibili cambiamenti radicali del sistema di tassazione delle imprese per tenere nella dovuta considerazione l’attuale contesto economico, permeabile alle strategie di elusione fiscale, caratterizzato dall’internazionalizzazione e dalla prevalenza dei beni immateriali nell’attivo delle imprese stesse. Un modello di tassazione delle imprese per il ventunesimo secolo deve tenere conto di questa nuova realtà: maggiore mobilità del capitale, che ha alimentato la race to the bottom; maggiori opportunità di elusione ed evasione fiscale attraverso transazioni oltre i confini internazionali; perdita di competitività delle imprese a dimensione nazionale rispetto alle multinazionali, in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla “fiera delle tasse”. In questa prospettiva, uno degli approcci alternativi proposti dagli studiosi riguarda la possibilità di modificare l’oggetto della tassazione: dal reddito d’impresa, tradizionalmente determinato sulla base dei principi contabili e del principio della competenza economica – caratterizzato, quest’ultimo, da un sistema di regole piuttosto complesso e che alimenta sia i costi di adempimento per le imprese sia le possibili controversie di natura interpretativa con l’amministrazione tributaria – si potrebbe passare alla tassazione sui flussi di cassa. In questa prospettiva si ipotizzano sistemi di cash flow tax che, in luogo di inseguire un reddito effettivo di difficile determinazione, individuano più semplicemente la base imponibile da assoggettare a tassazione nella differenza tra proventi incassati e costi effettivamente sostenuti. In effetti, se uno dei principali problemi dei sistemi fiscali odierni nasce dalla possibilità che le imprese allochino strumentalmente i loro profitti in giurisdizioni a bassa fiscalità (profit shifting e conseguente base erosion), per le Amministrazioni fiscali la soluzione più semplice ed efficiente sembrerebbe essere non quella di “rincorrere” l’allocazione del reddito tra le diverse giurisdizioni, bensì quella di tassare direttamente le risorse finanziarie che scorrono nelle casse delle imprese, ossia il cash-flow.
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