Dal 1603 al 1640, alla corte di Giacomo I e poi di Carlo I Stuart, il poeta Ben Jonson e il suo rivale Inigo Jones architetto, scenografo e costumista, si contendevano la scena del masque – il genere spettacolare più in voga a corte in quegli anni – esaltando rispettivamente il soul e il body di quelle opere celebrative e di intrattenimento. Questo studio vuole evidenziare i tratti distintivi della struttura del masque, genere ibrido e multi-modale ante litteram, articolato in un’opposizione fra anti-masque e main masque evidente sia nei repentini cambiamenti scenografici, grazie alle sorprendenti tecniche di Jones, sia ai livelli verbali e gestuali, modulati dalle musiche di Henry Lawes e dalle coreografie di Hierome Herne. Si illustrano quindi le valenze deittico-performative dei diversi codici comunicativi, finalizzati, nella loro interazione, ad esaltare/costruire l’immagine e i valori della monarchia Stuart. Si procede poi ad illustrare come, in questo genere cortigiano, si collochi un’opera giovanile di John Milton, A Maske presented at Ludlow Castle (Comus), che rappresentava invece valori puritani. Elementi di continuità e di innovazione rispetto al genere vengono descritti ed interpretati in riferimento al contesto extra-testuale.

Lo spettacolo cortigiano e il paradigma puritano: A Maske di John Milton

ABBAMONTE, Lucia
1981-01-01

Abstract

Dal 1603 al 1640, alla corte di Giacomo I e poi di Carlo I Stuart, il poeta Ben Jonson e il suo rivale Inigo Jones architetto, scenografo e costumista, si contendevano la scena del masque – il genere spettacolare più in voga a corte in quegli anni – esaltando rispettivamente il soul e il body di quelle opere celebrative e di intrattenimento. Questo studio vuole evidenziare i tratti distintivi della struttura del masque, genere ibrido e multi-modale ante litteram, articolato in un’opposizione fra anti-masque e main masque evidente sia nei repentini cambiamenti scenografici, grazie alle sorprendenti tecniche di Jones, sia ai livelli verbali e gestuali, modulati dalle musiche di Henry Lawes e dalle coreografie di Hierome Herne. Si illustrano quindi le valenze deittico-performative dei diversi codici comunicativi, finalizzati, nella loro interazione, ad esaltare/costruire l’immagine e i valori della monarchia Stuart. Si procede poi ad illustrare come, in questo genere cortigiano, si collochi un’opera giovanile di John Milton, A Maske presented at Ludlow Castle (Comus), che rappresentava invece valori puritani. Elementi di continuità e di innovazione rispetto al genere vengono descritti ed interpretati in riferimento al contesto extra-testuale.
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