In his second novel Giovanni’s Room (1956), often quoted among the texts reconstructing a queer genealogy, the African American writer James Baldwin presented the damaging effects of what Jafari S. Allan has termed Western classed and ‘racialized heteropatriarchy’ (Allen 2012). Drawing on the fruitful conflation of two theoretical paradigms – namely Edward Kamau Brathwaite’s concept of ‘tidalectics’ and the work on queer temporalities (Halberstan 2005; Muñoz 2009; Freeman 2010) – this paper aims at exploring how, through the use of aquatic imagery as a dissolvent of borders and categories, Baldwin tries to find a language to express an alternative to this normative and oppressive system. Brathwaite’s ‘tidalectics’ (a ‘tidal dialectic’), that draws on the back and forth movement of the tides to express a cyclical temporality which resists closure, parallels the resistance of queer temporalities to ‘chrononormativity’, that is the structuring of individuals’ lifetime according to the rhythms of birth, accumulation of wealth, reproduction, and death. In Baldwin’s novel, shaped around the ménage à trois which sees the male protagonist (David) involved with his American fiancée (Hella) and his Italian secret lover (Giovanni), it is especially the room that David shares with Giovanni which assumes aquatic connotations. The room then, through the paradigm offered by the ‘queer tidalectics’, will be read as an ever-changing place of transformation that enables Baldwin to find a site for the expression and recognition of queer desire, while disrupting the linearity of Western historiography and gender essentialism.

Nel suo secondo romanzo Giovanni’s Room (1956), spesso menzionato tra i testi che ricostruiscono una genealogia queer, lo scrittore afroamericano James Baldwin presenta gli effetti disastrosi di ciò che Jafari S. Allan ha definito come l’‘eteropatriarcato razzializzato e classista occidentale’ (Allan 2012). Sulla base della feconda combinazione di due paradigmi teorici – il concetto di ‘tidalectics’ di Edward Kamau Brathwaite e la produzione teorica intorno alle temporalità queer (in particolare Halberstan 2005; Muñoz 2009; Freeman 2010) – questo articolo intende esplorare il modo in cui, attraverso l’utilizzo dell’immaginario acquatico come solvente di confini e categorie, Baldwin cerca un linguaggio adatto ad esprimere un’alternativa a questo sistema normativo ed oppressivo. La ‘tidalectics’ (una dialettica delle maree) di Brathwaite, infatti, nel suo ispirarsi al moto delle maree per esprimere una temporalità ciclica che resiste qualsiasi chiusura, si pone in parallelo alla resistenza che le temporalità queer oppongono alla ‘crononormatività’, ossia allo strutturarsi della vita degli individui secondo i ritmi della nascita, dell’accumulazione di capitale, della riproduzione e della morte. Nel romanzo di Baldwin, che si struttura intorno al triangolo amoroso che vede il protagonista (David) coinvolto in una relazione con la sua fidanzata (Hella) e con l’italiano Giovanni, è soprattutto la camera che David condivide con Giovanni che finisce per assumere connotazioni acquatiche. La stanza, dunque, attraverso il paradigma teorico offerto dalla ‘queer tidalectics’ (dialettica delle maree queer), sarà letta come luogo di trasformazione continua che permette a Baldwin di trovare una modalità di espressione e riconoscimento del desiderio queer, scardinando al contempo la linearità della storiografia occidentale e dell’essenzialismo di genere.

Queer Tidalectics: Sea-change in Giovanni’s Room by James Baldwin

Emilio Amideo
2016-01-01

Abstract

In his second novel Giovanni’s Room (1956), often quoted among the texts reconstructing a queer genealogy, the African American writer James Baldwin presented the damaging effects of what Jafari S. Allan has termed Western classed and ‘racialized heteropatriarchy’ (Allen 2012). Drawing on the fruitful conflation of two theoretical paradigms – namely Edward Kamau Brathwaite’s concept of ‘tidalectics’ and the work on queer temporalities (Halberstan 2005; Muñoz 2009; Freeman 2010) – this paper aims at exploring how, through the use of aquatic imagery as a dissolvent of borders and categories, Baldwin tries to find a language to express an alternative to this normative and oppressive system. Brathwaite’s ‘tidalectics’ (a ‘tidal dialectic’), that draws on the back and forth movement of the tides to express a cyclical temporality which resists closure, parallels the resistance of queer temporalities to ‘chrononormativity’, that is the structuring of individuals’ lifetime according to the rhythms of birth, accumulation of wealth, reproduction, and death. In Baldwin’s novel, shaped around the ménage à trois which sees the male protagonist (David) involved with his American fiancée (Hella) and his Italian secret lover (Giovanni), it is especially the room that David shares with Giovanni which assumes aquatic connotations. The room then, through the paradigm offered by the ‘queer tidalectics’, will be read as an ever-changing place of transformation that enables Baldwin to find a site for the expression and recognition of queer desire, while disrupting the linearity of Western historiography and gender essentialism.
2016
978-88-6719-131-4
Nel suo secondo romanzo Giovanni’s Room (1956), spesso menzionato tra i testi che ricostruiscono una genealogia queer, lo scrittore afroamericano James Baldwin presenta gli effetti disastrosi di ciò che Jafari S. Allan ha definito come l’‘eteropatriarcato razzializzato e classista occidentale’ (Allan 2012). Sulla base della feconda combinazione di due paradigmi teorici – il concetto di ‘tidalectics’ di Edward Kamau Brathwaite e la produzione teorica intorno alle temporalità queer (in particolare Halberstan 2005; Muñoz 2009; Freeman 2010) – questo articolo intende esplorare il modo in cui, attraverso l’utilizzo dell’immaginario acquatico come solvente di confini e categorie, Baldwin cerca un linguaggio adatto ad esprimere un’alternativa a questo sistema normativo ed oppressivo. La ‘tidalectics’ (una dialettica delle maree) di Brathwaite, infatti, nel suo ispirarsi al moto delle maree per esprimere una temporalità ciclica che resiste qualsiasi chiusura, si pone in parallelo alla resistenza che le temporalità queer oppongono alla ‘crononormatività’, ossia allo strutturarsi della vita degli individui secondo i ritmi della nascita, dell’accumulazione di capitale, della riproduzione e della morte. Nel romanzo di Baldwin, che si struttura intorno al triangolo amoroso che vede il protagonista (David) coinvolto in una relazione con la sua fidanzata (Hella) e con l’italiano Giovanni, è soprattutto la camera che David condivide con Giovanni che finisce per assumere connotazioni acquatiche. La stanza, dunque, attraverso il paradigma teorico offerto dalla ‘queer tidalectics’ (dialettica delle maree queer), sarà letta come luogo di trasformazione continua che permette a Baldwin di trovare una modalità di espressione e riconoscimento del desiderio queer, scardinando al contempo la linearità della storiografia occidentale e dell’essenzialismo di genere.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11367/112149
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