Mentre sul cibo e sull’alimentazione di oggi sappiamo praticamente tutto, grazie a quanto sull’argomento è stato pubblicato e si continua senza sosta a pubblicare in testi, saggi, guide, e a raccontare in programmi televisivi di successo, non sappiamo invece molto sul cibo e sull’alimentazione di ieri. Qualcosa di ciò che sappiamo lo dobbiamo anche alle testimonianze raccolte nella letteratura di viaggio, in particolare quella riconducibile al periodo del Grand Tour quando eruditi e letterati, storici e politici, artisti e scienziati, hanno dato conto di quanto vedevano nel loro peregrinare nel nostro paese in pagine scritte che rappresentano un inestimabile giacimento al quale attingere per ampliare la conoscenza di luoghi e genti, di costumi e tradizioni. La Campania e Napoli in particolare sono state visitate e raccontate da personaggi famosi e meno famosi. Tra questi, alla fine dell’Ottocento, tre intellettuali tedeschi (un pittore-disegnatore già molto noto, un professore di filosofia e un giovane letterato) che dopo aver visitato la città, hanno raccolto le loro impressioni in un’opera pubblicata in tedesco nel 1893 e riproposta nella traduzione italiana esattamente un secolo dopo. In quest’opera, La Bella Napoli (tra l’altro impreziosita da oltre 250 incantevoli disegni a carboncino che riproducono personaggi, mestieri, scene, vedute), insieme a parti descrittive sulle straordinarie emergenze storiche, artistiche, archeologiche della città e di alcuni suoi celebri dintorni, ve ne sono altre che riguardano caratteri, costumi, personaggi, abitudini dell’incredibile microcosmo partenopeo. Le parti, invero piuttosto numerose, dedicate al cibo, alla alimentazione, alle strutture di ristoro, all’ospitalità, rappresentano l’oggetto di questo contributo.

Cibo e alimentazione nella letteratura di viaggio: La Bella Napoli di C.W. Allers

GASPARINI, Maria Laura
2015-01-01

Abstract

Mentre sul cibo e sull’alimentazione di oggi sappiamo praticamente tutto, grazie a quanto sull’argomento è stato pubblicato e si continua senza sosta a pubblicare in testi, saggi, guide, e a raccontare in programmi televisivi di successo, non sappiamo invece molto sul cibo e sull’alimentazione di ieri. Qualcosa di ciò che sappiamo lo dobbiamo anche alle testimonianze raccolte nella letteratura di viaggio, in particolare quella riconducibile al periodo del Grand Tour quando eruditi e letterati, storici e politici, artisti e scienziati, hanno dato conto di quanto vedevano nel loro peregrinare nel nostro paese in pagine scritte che rappresentano un inestimabile giacimento al quale attingere per ampliare la conoscenza di luoghi e genti, di costumi e tradizioni. La Campania e Napoli in particolare sono state visitate e raccontate da personaggi famosi e meno famosi. Tra questi, alla fine dell’Ottocento, tre intellettuali tedeschi (un pittore-disegnatore già molto noto, un professore di filosofia e un giovane letterato) che dopo aver visitato la città, hanno raccolto le loro impressioni in un’opera pubblicata in tedesco nel 1893 e riproposta nella traduzione italiana esattamente un secolo dopo. In quest’opera, La Bella Napoli (tra l’altro impreziosita da oltre 250 incantevoli disegni a carboncino che riproducono personaggi, mestieri, scene, vedute), insieme a parti descrittive sulle straordinarie emergenze storiche, artistiche, archeologiche della città e di alcuni suoi celebri dintorni, ve ne sono altre che riguardano caratteri, costumi, personaggi, abitudini dell’incredibile microcosmo partenopeo. Le parti, invero piuttosto numerose, dedicate al cibo, alla alimentazione, alle strutture di ristoro, all’ospitalità, rappresentano l’oggetto di questo contributo.
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