Il legislatore italiano ha inteso intervenire nuovamente in materia fiscale con la L. 142/09, realizzando (o almeno cercando di realizzare) quel fenomeno complesso ed articolato, spesso evocato in ambito politico e giornalistico, che va sotto il nome di federalismo. Il sintetico testo normativo richiederà come sempre di un approfondimento regolamentare prima di essere operativo ed in attesa che ciò avvenga, si vuol qui ragionare di alcune premesse metodologiche. In particolare, nell’ambito dell’attribuzione di compiti e responsabilità ai diversi livelli di EELL, una delle novità che appare più interessante per la dottrina aziendale è la revisione dei meccanismi di finanziamento delle aziende che gestiscono alcuni servizi pubblici, tra cui il settore dei trasporti. C’è da premettere che l’intento generale del provvedimento era quello di razionalizzare la spesa pubblica, elevando da un lato il livello di autonomia degli attori locali e dall’altro la responsabilità degli stessi sui risultati raggiunti: in queste linee si ritrova sicuramente un approccio caro alle discipline economico-aziendali ed al New Public Management. In sostanza si tenta, ancora una volta, di avvicinare i centri di spesa delle risorse pubbliche ai soggetti ed ai territori che producono tali risorse, in modo da favorire non solo il controllo delle risorse stesse, ma anche il loro impiego efficiente ed efficace. Inoltre le comunità locali potranno così determinare in maniera più adeguata le priorità dell’azione politica, rendendosi conto meglio di come i loro rappresentanti politici utilizzino il denaro che proviene anche dalle loro tasse . Una delle forme tecniche di realizzazione di questo provvedimento attiene alla revisione delle regole di finanziamento per l’erogazione dei servizi, non più basate sulla spesa storica ma sul calcolo di appositi costi standard. Proprio in questa direzione, sulla scorta dell’ampia letteratura aziendale, il presente lavoro si propone di indagare: • le condizioni di applicabilità della metodologia di calcolo dei costi standard per il finanziamento delle aziende dei servizi pubblici locali; • l’utilità, i vantaggi ed i limiti di tale approccio; • le possibili conseguenze che si determinerebbero nel comparto, dal punto di vista dell’economicità. L’analisi, dal punto di vista metodologico, seguirà un approccio misto, induttivo/deduttivo. Oltre alla ricerca bibliografica, per altro caratterizzata dalla prevalenza di impiego dei costi standard nelle imprese industriali, quindi in un contesto ben diverso da quello pubblico, si ipotizzerà un parallelo con un comparto per certi versi più simile, cioè il settore sanitario, in cui tale sperimentazione è stata già avviata negli ultimi anni realizzando performance positive, ma anche suscitando qualche perplessità soprattutto sul piano metodologico. Infine, essendo le aziende di trasporto pubblico locale l’oggetto della riforma, il focus empirico riguarderà proprio tali realtà, che in effetti si caratterizzano per crisi economico-finanziarie strutturali e mancanza di economicità, tali da richiedere continui sussidi pubblici.

Costi standard e federalismo nel finanziamento delle aziende dei servizi pubblici locali

ALVINO, Federico
Supervision
;
LANDRIANI, LORIS
Conceptualization
2010-01-01

Abstract

Il legislatore italiano ha inteso intervenire nuovamente in materia fiscale con la L. 142/09, realizzando (o almeno cercando di realizzare) quel fenomeno complesso ed articolato, spesso evocato in ambito politico e giornalistico, che va sotto il nome di federalismo. Il sintetico testo normativo richiederà come sempre di un approfondimento regolamentare prima di essere operativo ed in attesa che ciò avvenga, si vuol qui ragionare di alcune premesse metodologiche. In particolare, nell’ambito dell’attribuzione di compiti e responsabilità ai diversi livelli di EELL, una delle novità che appare più interessante per la dottrina aziendale è la revisione dei meccanismi di finanziamento delle aziende che gestiscono alcuni servizi pubblici, tra cui il settore dei trasporti. C’è da premettere che l’intento generale del provvedimento era quello di razionalizzare la spesa pubblica, elevando da un lato il livello di autonomia degli attori locali e dall’altro la responsabilità degli stessi sui risultati raggiunti: in queste linee si ritrova sicuramente un approccio caro alle discipline economico-aziendali ed al New Public Management. In sostanza si tenta, ancora una volta, di avvicinare i centri di spesa delle risorse pubbliche ai soggetti ed ai territori che producono tali risorse, in modo da favorire non solo il controllo delle risorse stesse, ma anche il loro impiego efficiente ed efficace. Inoltre le comunità locali potranno così determinare in maniera più adeguata le priorità dell’azione politica, rendendosi conto meglio di come i loro rappresentanti politici utilizzino il denaro che proviene anche dalle loro tasse . Una delle forme tecniche di realizzazione di questo provvedimento attiene alla revisione delle regole di finanziamento per l’erogazione dei servizi, non più basate sulla spesa storica ma sul calcolo di appositi costi standard. Proprio in questa direzione, sulla scorta dell’ampia letteratura aziendale, il presente lavoro si propone di indagare: • le condizioni di applicabilità della metodologia di calcolo dei costi standard per il finanziamento delle aziende dei servizi pubblici locali; • l’utilità, i vantaggi ed i limiti di tale approccio; • le possibili conseguenze che si determinerebbero nel comparto, dal punto di vista dell’economicità. L’analisi, dal punto di vista metodologico, seguirà un approccio misto, induttivo/deduttivo. Oltre alla ricerca bibliografica, per altro caratterizzata dalla prevalenza di impiego dei costi standard nelle imprese industriali, quindi in un contesto ben diverso da quello pubblico, si ipotizzerà un parallelo con un comparto per certi versi più simile, cioè il settore sanitario, in cui tale sperimentazione è stata già avviata negli ultimi anni realizzando performance positive, ma anche suscitando qualche perplessità soprattutto sul piano metodologico. Infine, essendo le aziende di trasporto pubblico locale l’oggetto della riforma, il focus empirico riguarderà proprio tali realtà, che in effetti si caratterizzano per crisi economico-finanziarie strutturali e mancanza di economicità, tali da richiedere continui sussidi pubblici.
2010
978-88-8350-162-3
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