Nella logica della determinazione sintetica, la spesa viene posta quale elemento dimostrativo dell’esistenza di un reddito di almeno pari misura, sulla base del presupposto che tra spesa e reddito esiste un nesso inferenziale collegato alla regola dell’id quod plerumque accidit. In questo schema, il problema che si pone, soprattutto con riferimento al redditometro (quale strumento di determinazione sintetica del reddito complessivo del contribuente), è quello di ritrarre dall’osservazione della realtà (soggetta a repentine e significative mutazioni che influenzano sia la propensione del contribuente alla spesa sia la composizione della spesa stessa) beni e servizi significativi sotto il profilo indiziario, capaci di tradurre l' id quod plerumque accidit in un ammontare predeterminato di spesa e, quindi, di reddito complessivo, secondo la logica inferenziale sottesa alla determinazione sintetica. Nella disciplina vigente, gli indici di spesa contenuti nel redditometro, sebbene aggiornati periodicamente in funzione della svalutazione monetaria, presentano evidenti segni di incongruenza rispetto al mutato contesto di riferimento. Sarebbe, dunque, auspicabile un intervento del legislatore finalizzato a disciplinare la c.d. 'manutenzione della base imponibile' allo scopo di impiegare questo strumento con la precipua finalità di individuare un ammontare certo di gettito stimato ad un livello minimo senza, tuttavia, rinunciare a tassare il reddito effettivo del contribuente. In tale prospettiva, le presunzioni contenute nel redditometro avrebbero natura di presunzioni semplici che diventerebbero qualificate in sede di contraddittorio endoprocedimentale, peraltro obbligatorio ai fini della determinazione della giusta imposta.

Aspetti problematici del redditometro e di altri consimili metodi come strumenti di contrasto dell’evasione

CONTE, DANIELA
2008-01-01

Abstract

Nella logica della determinazione sintetica, la spesa viene posta quale elemento dimostrativo dell’esistenza di un reddito di almeno pari misura, sulla base del presupposto che tra spesa e reddito esiste un nesso inferenziale collegato alla regola dell’id quod plerumque accidit. In questo schema, il problema che si pone, soprattutto con riferimento al redditometro (quale strumento di determinazione sintetica del reddito complessivo del contribuente), è quello di ritrarre dall’osservazione della realtà (soggetta a repentine e significative mutazioni che influenzano sia la propensione del contribuente alla spesa sia la composizione della spesa stessa) beni e servizi significativi sotto il profilo indiziario, capaci di tradurre l' id quod plerumque accidit in un ammontare predeterminato di spesa e, quindi, di reddito complessivo, secondo la logica inferenziale sottesa alla determinazione sintetica. Nella disciplina vigente, gli indici di spesa contenuti nel redditometro, sebbene aggiornati periodicamente in funzione della svalutazione monetaria, presentano evidenti segni di incongruenza rispetto al mutato contesto di riferimento. Sarebbe, dunque, auspicabile un intervento del legislatore finalizzato a disciplinare la c.d. 'manutenzione della base imponibile' allo scopo di impiegare questo strumento con la precipua finalità di individuare un ammontare certo di gettito stimato ad un livello minimo senza, tuttavia, rinunciare a tassare il reddito effettivo del contribuente. In tale prospettiva, le presunzioni contenute nel redditometro avrebbero natura di presunzioni semplici che diventerebbero qualificate in sede di contraddittorio endoprocedimentale, peraltro obbligatorio ai fini della determinazione della giusta imposta.
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