La crescente internazionalizzazione dei mercati finanziari, l’accentuazione dell’interdipendenza tra le variabili economico-finanziarie dei vari Paesi, la turbolenza degli scenari economici, la volatilità di taluni indicatori espressi dal mercato dei capitali e la crescente sensibilità delle aziende verso i rischi finanziari sono alcuni dei fattori alla base del progressivo affermarsi del financial risk management e della sempre maggiore diffusione di strumenti finanziari derivati, in ambito nazionale e internazionale. All’utilizzo sempre più ampio e alla crescente complessità non ha però corrisposto un’altrettanto capillare diffusione di conoscenze e di competenze approfondite sulle modalità di impiego e sulle insidie connesse a questi particolari strumenti. Si è così verificato, in non pochi casi, che da validi strumenti di copertura, i derivati si siano trasformati, a loro volta, in autentiche fonti di nuovi rischi. D’altra parte, lo sviluppo dei mercati finanziari e la negoziazione di prodotti sempre più innovativi creano problematiche di ordine contabile di non facile soluzione. Da tempo è sentita, soprattutto nel nostro Paese, l’esigenza di disporre di un sistema organico di norme giuridiche e tecniche che regolamentino in modo puntuale la rilevazione, la valutazione e la rappresentazione in bilancio di questi strumenti. Il lavoro nasce proprio dall’idea di delineare «la frontiera della conoscenza» relativamente al trattamento contabile dei derivati secondo i principi contabili internazionali, ma, inevitabilmente, affronta anche altri aspetti di carattere propedeutico. L’opera si sviluppa, infatti, in tre parti. Nella prima, dopo aver inquadrato il concetto di rischio in chiave economico-aziendale ripercorrendo le linee tracciate sul punto dalla dottrina più accreditata, si affrontano le problematiche connesse alla gestione dei rischi aziendali – analizzate secondo l’approccio tradizionale e secondo la prospettiva evolutiva dell’enterprise risk management –, si puntualizza la nozione di rischio finanziario da accogliere e s’introduce il processo di financial risk management. Nella seconda parte, si analizzano gli strumenti derivati maggiormente utilizzati nella pratica aziendale (contratti a termine, futures, forward rate agreements, swaps e opzioni) mettendone in risalto le principali caratteristiche tecniche, i possibili impieghi operativi e le insidie connesse al loro uso. Nella terza parte, infine, sono trattate le problematiche connesse alla rilevazione, alla valutazione e alla rappresentazione in bilancio degli strumenti finanziari in genere e, in particolare, di quelli derivati. Questi aspetti sono esaminati avendo riguardo soprattutto ai criteri e alle regole contenuti nei principi contabili internazionali, richiamando però anche la normativa nazionale applicabile medio tempore.

Gli strumenti finanziari derivati nell'economia delle aziende. Risk management, aspetti operativi e principi contabili internazionali

RISALITI, GIANLUCA
2008-01-01

Abstract

La crescente internazionalizzazione dei mercati finanziari, l’accentuazione dell’interdipendenza tra le variabili economico-finanziarie dei vari Paesi, la turbolenza degli scenari economici, la volatilità di taluni indicatori espressi dal mercato dei capitali e la crescente sensibilità delle aziende verso i rischi finanziari sono alcuni dei fattori alla base del progressivo affermarsi del financial risk management e della sempre maggiore diffusione di strumenti finanziari derivati, in ambito nazionale e internazionale. All’utilizzo sempre più ampio e alla crescente complessità non ha però corrisposto un’altrettanto capillare diffusione di conoscenze e di competenze approfondite sulle modalità di impiego e sulle insidie connesse a questi particolari strumenti. Si è così verificato, in non pochi casi, che da validi strumenti di copertura, i derivati si siano trasformati, a loro volta, in autentiche fonti di nuovi rischi. D’altra parte, lo sviluppo dei mercati finanziari e la negoziazione di prodotti sempre più innovativi creano problematiche di ordine contabile di non facile soluzione. Da tempo è sentita, soprattutto nel nostro Paese, l’esigenza di disporre di un sistema organico di norme giuridiche e tecniche che regolamentino in modo puntuale la rilevazione, la valutazione e la rappresentazione in bilancio di questi strumenti. Il lavoro nasce proprio dall’idea di delineare «la frontiera della conoscenza» relativamente al trattamento contabile dei derivati secondo i principi contabili internazionali, ma, inevitabilmente, affronta anche altri aspetti di carattere propedeutico. L’opera si sviluppa, infatti, in tre parti. Nella prima, dopo aver inquadrato il concetto di rischio in chiave economico-aziendale ripercorrendo le linee tracciate sul punto dalla dottrina più accreditata, si affrontano le problematiche connesse alla gestione dei rischi aziendali – analizzate secondo l’approccio tradizionale e secondo la prospettiva evolutiva dell’enterprise risk management –, si puntualizza la nozione di rischio finanziario da accogliere e s’introduce il processo di financial risk management. Nella seconda parte, si analizzano gli strumenti derivati maggiormente utilizzati nella pratica aziendale (contratti a termine, futures, forward rate agreements, swaps e opzioni) mettendone in risalto le principali caratteristiche tecniche, i possibili impieghi operativi e le insidie connesse al loro uso. Nella terza parte, infine, sono trattate le problematiche connesse alla rilevazione, alla valutazione e alla rappresentazione in bilancio degli strumenti finanziari in genere e, in particolare, di quelli derivati. Questi aspetti sono esaminati avendo riguardo soprattutto ai criteri e alle regole contenuti nei principi contabili internazionali, richiamando però anche la normativa nazionale applicabile medio tempore.
2008
8814144214
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