L’attuazione di un processo di liberalizzazione produce profondi sconvolgimenti all’interno di un settore industriale. Una sua chiara conseguenza, ad esempio, è l’ampliamento della concorrenza diretta per le imprese già operanti nel settore. Le acquisizioni sono fra le risposte più comuni delle imprese verso tali cambiamenti radicali. Infatti, da un lato, esse possono attaccare tramite tali operazioni la concorrenza già presente, ovviamente nel rispetto dei nuovi vincoli imposti dalla legislazione, dall’altro, gli incumbent possono ostacolare l’entrata di nuovi concorrenti, adesso legittimati ad investire nel settore in fase di trasformazione. Quest’ultima ipotesi, tuttavia, non incide soltanto sulla numerosità degli attori direttamente concorrenti nell’offrire uno specifico prodotto o servizio alla clientela finale ma, anche, sulle loro relazioni con le altre organizzazioni facenti parte della filiera produttiva (in particolare, con fornitori e distributori). Questa considerazione, implicitamente, suggerisce che per comprendere i comportamenti strategici adottati dalle imprese è necessaria una visione di insieme che contempli anche le altre «forze in gioco» in quel comparto industriale. Per quanto concerne il caso dell’industria elettrica europea, diversi studi hanno evidenziato (Midtunn, 2004; Calza, 2007; Schiavone, 2009; 2010a) come la liberalizzazione, sebbene sia stata talvolta inefficace nell’incrementare il livello della competizione nelle singole realtà nazionali, abbia comunque innescato, a livello continentale, interessanti dinamiche competitive tra le principali imprese generatrici di elettricità. Tali dinamiche si sono tradottein una proliferazione di acquisizioni nazionali e/o internazionali non solo di carattere orizzontale ma, anche, verticale e verso potenziali nuovi entranti nel settore ormai liberalizzato. Gli studi già esistenti hanno spiegato la razionalità strategica di queste operazioni ponendo l’accento sul desiderio di molte imprese elettriche europee di sfruttare le sinergie tecnologiche (le interconnessioni) e culturali esistenti con gli altri paesi della propria sub-regione continentale (Calza, 2007), di ampliare la portata geografica del proprio raggio d’azione (Codognet et al., 2003) oppure, in alcuni casi, di specializzarsi in tecnologie emergenti, come quelle utili all’impiego delle fonti rinnovabili (Gilardoni e Carta, 2009). Questo contributo, invece, intende arricchire la letteratura sul tema interpretando queste operazioni come reazioni strategiche finalizzate a governare le varie (e nuove) forze competitive caratterizzanti la nascente industria elettrica paneuropea. Nello specifico, l’obiettivo di ricerca cui s’intende rispondere è così formalizzabile: quali sono stati, dopo l’avvio del processo di liberalizzazione dell’industria elettrica europea, i principali comportamenti strategici adottati dalle imprese del settore attraverso le loro operazioni di acquisizione? La risposta data a tale quesito si fonda sulla costruzione di una mappa di posizionamento attraverso cui sono stati identificati i principali trend strategici inerenti le acquisizioni operate dalle maggiori imprese elettriche del continente. Tale mappa è di tipo quali-quantitativo: considera il numero di acquisizioni effettuate dalle imprese elettriche durante il periodo analizzato (1998-2007) e la logica strategica predominante dalle stesse utilizzata per selezionare il tipo di società con cui fondersi o da acquisire. È stato notato come tale logica possa essere interpretata tramite più prospettive teoriche (Midtunn, 2004): i costi di produzione, quelli di transazione, il posizionamento strategico, le capacità e le dinamiche di apprendimento, la path dependency e gli stili nazionali. In questa sede, si è optato per l’adozione di una chiave interpretativa di stampo strutturalista basata sulla prospettiva del posizionamento strategico e sul «modello delle forze competitive» (Porter, 1980). Rielaborando le informazioni contenute su una base di dati sviluppata da terzi (Leveque e Monturus, 2008), si sono così definiti i comportamenti strategici predominanti (onnivoro, cannibale ed erbivoro) per le scelte di acquisizioni tra le grandi e medie imprese europee generatrici di energia elettrica. La tesi di fondo è che l’adozione da parte di tali imprese di un dato comportamento strategico dipenda da più fattori contingenti, tra cui gli assetti proprietari dell’impresa, l’estensione del suo mercato interno tradizionale e la legislazione nazionale. Il mix di tali condizioni incide sulla capacità dell’impresa di competere nel nuovo mercato elettrico allargato e la spinge verso l’adozione di determinate strategie. L’articolo è così organizzato: nel successivo paragrafo si analizza il rapporto tra liberalizzazione e strategie d’impresa nell’industria elettrica europea. Si descrivono, poi, il modello d’analisi e la metodologia di ricerca utilizzati per ricostruire i differenti tipi di comportamento strategico. Infine, nell’ultimo paragrafo si sintetizzano le principali conclusioni e implicazioni manageriali emerse.

I comportamenti strategici delle compagnie elettriche europee

QUINTANO, Michele
2012-01-01

Abstract

L’attuazione di un processo di liberalizzazione produce profondi sconvolgimenti all’interno di un settore industriale. Una sua chiara conseguenza, ad esempio, è l’ampliamento della concorrenza diretta per le imprese già operanti nel settore. Le acquisizioni sono fra le risposte più comuni delle imprese verso tali cambiamenti radicali. Infatti, da un lato, esse possono attaccare tramite tali operazioni la concorrenza già presente, ovviamente nel rispetto dei nuovi vincoli imposti dalla legislazione, dall’altro, gli incumbent possono ostacolare l’entrata di nuovi concorrenti, adesso legittimati ad investire nel settore in fase di trasformazione. Quest’ultima ipotesi, tuttavia, non incide soltanto sulla numerosità degli attori direttamente concorrenti nell’offrire uno specifico prodotto o servizio alla clientela finale ma, anche, sulle loro relazioni con le altre organizzazioni facenti parte della filiera produttiva (in particolare, con fornitori e distributori). Questa considerazione, implicitamente, suggerisce che per comprendere i comportamenti strategici adottati dalle imprese è necessaria una visione di insieme che contempli anche le altre «forze in gioco» in quel comparto industriale. Per quanto concerne il caso dell’industria elettrica europea, diversi studi hanno evidenziato (Midtunn, 2004; Calza, 2007; Schiavone, 2009; 2010a) come la liberalizzazione, sebbene sia stata talvolta inefficace nell’incrementare il livello della competizione nelle singole realtà nazionali, abbia comunque innescato, a livello continentale, interessanti dinamiche competitive tra le principali imprese generatrici di elettricità. Tali dinamiche si sono tradottein una proliferazione di acquisizioni nazionali e/o internazionali non solo di carattere orizzontale ma, anche, verticale e verso potenziali nuovi entranti nel settore ormai liberalizzato. Gli studi già esistenti hanno spiegato la razionalità strategica di queste operazioni ponendo l’accento sul desiderio di molte imprese elettriche europee di sfruttare le sinergie tecnologiche (le interconnessioni) e culturali esistenti con gli altri paesi della propria sub-regione continentale (Calza, 2007), di ampliare la portata geografica del proprio raggio d’azione (Codognet et al., 2003) oppure, in alcuni casi, di specializzarsi in tecnologie emergenti, come quelle utili all’impiego delle fonti rinnovabili (Gilardoni e Carta, 2009). Questo contributo, invece, intende arricchire la letteratura sul tema interpretando queste operazioni come reazioni strategiche finalizzate a governare le varie (e nuove) forze competitive caratterizzanti la nascente industria elettrica paneuropea. Nello specifico, l’obiettivo di ricerca cui s’intende rispondere è così formalizzabile: quali sono stati, dopo l’avvio del processo di liberalizzazione dell’industria elettrica europea, i principali comportamenti strategici adottati dalle imprese del settore attraverso le loro operazioni di acquisizione? La risposta data a tale quesito si fonda sulla costruzione di una mappa di posizionamento attraverso cui sono stati identificati i principali trend strategici inerenti le acquisizioni operate dalle maggiori imprese elettriche del continente. Tale mappa è di tipo quali-quantitativo: considera il numero di acquisizioni effettuate dalle imprese elettriche durante il periodo analizzato (1998-2007) e la logica strategica predominante dalle stesse utilizzata per selezionare il tipo di società con cui fondersi o da acquisire. È stato notato come tale logica possa essere interpretata tramite più prospettive teoriche (Midtunn, 2004): i costi di produzione, quelli di transazione, il posizionamento strategico, le capacità e le dinamiche di apprendimento, la path dependency e gli stili nazionali. In questa sede, si è optato per l’adozione di una chiave interpretativa di stampo strutturalista basata sulla prospettiva del posizionamento strategico e sul «modello delle forze competitive» (Porter, 1980). Rielaborando le informazioni contenute su una base di dati sviluppata da terzi (Leveque e Monturus, 2008), si sono così definiti i comportamenti strategici predominanti (onnivoro, cannibale ed erbivoro) per le scelte di acquisizioni tra le grandi e medie imprese europee generatrici di energia elettrica. La tesi di fondo è che l’adozione da parte di tali imprese di un dato comportamento strategico dipenda da più fattori contingenti, tra cui gli assetti proprietari dell’impresa, l’estensione del suo mercato interno tradizionale e la legislazione nazionale. Il mix di tali condizioni incide sulla capacità dell’impresa di competere nel nuovo mercato elettrico allargato e la spinge verso l’adozione di determinate strategie. L’articolo è così organizzato: nel successivo paragrafo si analizza il rapporto tra liberalizzazione e strategie d’impresa nell’industria elettrica europea. Si descrivono, poi, il modello d’analisi e la metodologia di ricerca utilizzati per ricostruire i differenti tipi di comportamento strategico. Infine, nell’ultimo paragrafo si sintetizzano le principali conclusioni e implicazioni manageriali emerse.
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